Auto sulla folla a Berlino: "Voleva fare una strage"

Uccisa un'insegnante, 12 feriti tra cui i suoi alunni. Il killer ha tentato di scappare: bloccato dai passanti

Auto sulla folla a Berlino: "Voleva fare una strage"

I negozi erano affollati grazie alla ripresa dopo il lungo ponte della Pentecoste in Germania le scuole sono rimaste chiuse lunedì e martedì scorso. Alle 10.36 di mercoledì mattina la bella giornata di sole si è trasformata in un racconto dell'orrore, anzi del terrore, che ha colpito Berlino: una Clio Renault argento guidata alla massima velocità sul centralissimo viale Kurfurstendamm ha falciato un gruppo di pedoni sul marciapiede.

Un'insegnante che non ce l'ha fatta a scappare è morta sul posto fra le urla dei suoi studenti. Un incidente? Così non è: guidata da un 29enne poi identificato come Gor H., l'automobile riprende la corsa, sbatte contro un altro veicolo e percorre 200 metri ancora fermandosi dentro alle vetrine di una profumeria. Fra il terrore degli studenti in gita con l'insegnante uccisa, le grida degli altri passanti, le sirene degli allarmi e un mare di vetro in briciole, l'autista scende dall'auto. Non ha avuto un malore. Illeso, l'uomo appare in buona salute e, anzi, tenta la fuga. Saranno le stesse vittime dell'attacco a fermarlo e a consegnarlo alla polizia. Di lì a poco succede il finimondo. Le volanti che accorrono là dove il Ku'damm diventa Tauenzienstraße - ossia dove Berlino ovest si offre ai turisti con i resti della Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, con in grandi magazzini del KaDeWe e con un mare di negozi non si contano. Secondo il quotidiano berlinese Der Morgenpost, trasportati dalle ambulanze, dai camion dei pompieri e dalle auto della polizia, sono 130 gli effettivi impegnati a prestare soccorso e ad attivare il protocollo antiterrorismo. Perché la macchina assassina ha completato la sua corsa a pochi metri da Breitscheidplatz, il luogo dove il jihadista tunisino Anis Amri piombò sul mercatino di Natale il 19 dicembre del 2016 con un tir appena sottratto a un camionista polacco ucciso con un colpo di pistola alla testa. Amri, che troverà la morte quattro giorni dopo a Sesto San Giovanni (Milano) freddato da due poliziotti italiani ai quali aveva cercato di sparare, lasciò dietro di sé una scia di 12 morti e 56 feriti, vittime di tutte le nazioni.

Ieri Gor H. cittadino tedesco di origine armena come poi reso noto dalle autorità ha ucciso un'insegnante e ferito almeno dodici persone, tra cui una donna incinta: cinque sono in pericolo di vita. Saranno i numerosi testimoni oculari a confermare alla polizia l'apparente intenzionalità del gesto del 29enne. Così, mentre le ambulanze soccorrono chi ne ha bisogno, le forze dell'ordine circondano un'area di 300 metri quadri attorno al luogo dell'attentato disponendo anche l'evacuazione dell'Europa Center, il centro commerciale più prossimo alla vetrina che ha fermato la corsa dell'auto. Il cuore pulsante di Berlino ovest si trasforma nel set di un film apocalittico con gli elicotteri dei soccorsi e della polizia che accrescono il senso di insicurezza dei presenti. Nel frattempo la polizia chiede a tutti i berlinesi di non condividere foto o video dell'attentato ma di postarli su un portale dedicato alle indagini.

Quindi intervengono gli artificieri per verificare che la Renault non contenga esplosivo: nell'auto non viene rinvenuta alcuna lettera di rivendicazione come inizialmente comunicato dai media tedeschi ma materiale sulla Turchia, il che ha fatto pensare a un movente antiturco. Dalle autorità locali a quelle federali, il coro è unanime: solidarietà con le vittime e sgomento per un atto di terrore che ricorda Breitscheidplatz molto da vicino.

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