Avaaz, George Soros, Emma Bonino, il Pd, il MoVimento 5 Stelle e le elezioni italiane. Sembra un intreccio da complottisti. In queste settimane abbiamo raccontato di come l'Ong americana si sia schierata contro alcuni candidati del centrodestra. La piattaforma fondata a New York nel 2007 ha inizialmente postato un video sulla sua pagina Facebook invitando, sempre in modo indiretto, a votare per la leader radicale contro Federico Iadicicco nel collegio Roma Gianicolense 1. "Voti a Roma? Poche centinaia di voti potrebbero decidere chi ci rappresenterà in Senato. La campionessa dei diritti civili Emma Bonino del centrosinistra sfida l'organizzatore del Family Day Federico Iadicicco di Fratelli d'Italia. Ogni voto sarà pesantissimo!", sottolinea il post in questione. Un voto dai "super poteri", in grado di scongiurare l'avvento del centrodestra al governo del belpaese.
Poi è arrivato il turno dell'intero raggruppamento politico: "La coalizione Berlusconi Salvini Meloni è quasi maggioranza. Maggioranza. Ma possiamo fermarli, basta votare per il candidato con più possibilità di battere la destra nel tuo collegio. Il quattro marzo vota con la testa", recita un video pubblicato sul social network di Marck Zuckerberg.
Questa petizione presente sul sito dell'organizzazione, ancora, farebbe emergere un ulteriore fatto: "Il team italiano di Avaaz ha recentemente inviato a molti membri un'email in cui si tenta di influenzare il voto nelle incombenti elezioni politiche in Italia con argomentazioni antidemocratiche. Questo compromette seriamente la reputazione di Avaaz e il supporto dei membri alle altre campagne che Avaaz porta avanti. Riteniamo che il management di Avaaz debba prendere provvedimenti e controllare meglio i suoi collaboratori", si legge sulla pagina del sito interessata. Non è chiaro se questa raccolta firme, che "vanta" ben tredici adesioni, sia stata lanciata dai vertici americani della stessa Ong o da un semplice utente. Fatto sta che sarebbero state inviate delle e-mail agli elettori italiani. Messaggi, si può ipotizzare, finalizzati a sventare la vittoria dei candidati del centrodestra nei cosiddetti collegi "in bilico".
Un vera e propria mappa dei seggi parlamentari non ancora assegnati con certezza dalle previsioni, del resto, è rintracciabile qui: sempre sul portale online dell'organizzazione. Regione per regione, collegio per collegio, tramite la stratigrafia elettorale pubblicata da questa Ong vengono individuate quelle circostanze elettorali in cui è ancora possibile "fermare" l'"estrema destra". I dati, viene premesso, sono basati "sulle simulazioni elaborate da Salvatore Vassallo, professore di Scienze Politiche all'Università di Bologna, per X, utilizzando solo sondaggi realizzati prima del 16 febbraio...". Niente di irregolare, insomma.
L'indicazione di voto, si diceva, non viene mai data esplicitamente. Paola Binetti, candidata a Roma Portuense, è descitta come una "psichiatra ultracattolica", mentre la sua competitor, Giuseppina Maturani, viene definita come una "esperta di diritti delle donne e di pari opportunità". Ora, una minima competenza in fatto di comunicazione potrebbe suggerire a chi legge l'orientamento consigliato. Per quanto riguarda il collegio di Torino 1, si trova scritto: "Mauro Laus del PD, sostenitore del salario minimo e dell'assistenza ai malati non autosufficienti, è testa a testa al 33% con Paola Gobetti, nella Lega Nord sin dagli inizi nel 1991". Il sottinteso, quindi, sarebbe: un campione dei diritti civili contro una candidata oscurantista. La competizione di Agrigento viene descritta così: "I sondaggi mostrano che a giocarsi l'elezione saranno il giovane economista Michele Sodano, del Movimento 5 Stelle, e Calogero Pisano, "fan" della Le Pen e candidato di Fratelli d'Italia. Sono entrambi al 37%, potrebbero essere addirittura decine di voti a decidere il vincitore!". E ancora: "Andrea Mura - si legge per quanto riguarda Cagliari - candidato del Movimento 5 Stelle, noto in tutto il mondo per le sue vittorie sportive, è in vantaggio di 1 punto su Ugo Cappellacci, di Forza Italia, ex governatore regionale, condannato in primo grado per la bancarotta della Sept Italia". Il "voto tattico" a cui sono chiamati i cittadini, insomma, non può che consistere in una preferenza a favore di candidati del Partito Democratico o del MoVimento 5 Stelle.
Quale legame, però, esisterebbe tra Avaaz, George Soros, Emma Bonino e il MoVimento 5 Stelle? Apparentemente nessuno. A meno che non si ipotizzi il seguente scenario: l'Ong americana, secondo quanto scritto da questa inchiesta dell'Off Guardian, sarebbe nata da "Res Publica" e "Move on", due organizzazioni finanziate dal magnate ungherese. Una vicinanza almeno valoriale, dunque, sarebbe ascrivibile ai tanti nomi citati in questa storia. E la visione sorosiana, specie in materia d'immigrazione, non è condivisa dalla coalizione di centrodestra. Ecco, dunque, un presunto movente della campagna politica contro l'alleanza guidata da Berlusconi, Salvini e Meloni: dissonanze programmatiche. Gentiloni ha accolto Soros a Palazzo Chigi nel maggio del 2017. Emma Bonino ha da poco twittato in difesa del presidente della Open Society Foundation. Una parte del programma dei grillini sui migranti, inoltre, sarebbe stato scritta da uomini in qualche modo "collegati" al finanziere naturalizzato americano.
Avaaz, in definitiva, si inserirebbe nel novero dei promotori del multiculturalismo, dell'estensione dei cosiddetti diritti civili e dell'apertura delle frontiere. Il resto, la narrativa sulle interferenze americane, è roba per complottisti. Forse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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