Sotto accusa c'erano tutti gli ex vertici che hanno governato Banca Etruria dal 2011 fino al commissariamento avvenuto nel febbraio 2015. Ma, nel primo filone d'inchiesta per il dissesto dell'istituto di credito di Arezzo, il gup Anna Maria Loprete ha deciso di assolvere dall'accusa di ostacolo all'autorità di vigilanza l'ex presidente Giuseppe Fornasari, l'ex direttore generale Luca Bronchi e il dirigente David Canestri. Il procuratore capo Roberto Rossi e il pm Jiulia Maggiore avevano chiesto due anni e otto mesi di carcere per Fornasari e Bronchi e due anni per Canestri.
Quello di oggi è un colpo durissimo per i risparmiatori. Gli inquirenti non si aspettavano proprio che il giudice assolvesse i tre imputati con formula piena perché "il fatto non sussiste". Una sentenza che ora potrebbe arrivare a compromettere o modificare l'esito degli altri procedimenti aperti sul dissesto di Banca Etruria. Fornasari (ex presidente del cda dal 2011 al 2014), Bronchi (ex dg) e Canestri (attuale direttore centrale) erano accusati di aver finanziato con 10,2 milioni di euro gli acquirenti della società, che inglobava buona parte del patrimonio immobiliare dell'istituto aretino, e di aver occultato i crediti deteriorati nel bilancio del 2012 facendoli apparire come crediti incagliati e, quindi, ancora recuperabili.
Ggli incagli di crediti avrebbero dovuto essere indicate come sofferenze.
Una classificazione errata che avrebbe sviato, secondo la tesi dell'accusa non riconosciuta dal Gup, la vigilanza della Banca d'Italia che pretese poi una ricapitalizzazione evidentemente inferiore al necessario con la conseguenza che la banca aretina fu poi commissariata nel febbraio del 2015 quando i due esponenti di vertice, oggi assolti, erano già stati avvicendati. Per il gup Lopresti, invece, "il fatto non costituisce reato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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