Bandiere a mezz'asta. E il governo evoca la "casa del Padre"

I leader di maggioranza uniti nella stessa locuzione. Domani cerimonia alla Camera

Bandiere a mezz'asta. E il governo evoca la "casa del Padre"
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«È tornato alla casa del Padre», uniti nella preghiera e nelle parole, la premier Meloni, e i suoi vice Salvini e Tajani ricordano il papa della speranza e degli ultimi, mentre le istituzioni si adeguano al lutto di tutto il mondo cattolico esibendo bandiere a mezz'asta. Dal Quirinale a Palazzo Madama fino al più piccolo Comune, lo Stato italiano rende onore al pontefice argentino. Possibili anche slittamenti nelle sedute d'aula mentre Montecitorio ha in programma per domani mattina una commemorazione.

«Da lassù ci protegga», scrive il ministro degli Esteri sui social ricordando la benevolenza del papa nei confronti dell'Italia. «Non l'ho mai incontrato - ricorda invece il leader leghista - ma lo porto sempre dentro di me». E sempre Salvini sottolinea poi la sua posizione di «irremovibile» difensore della pace. Di una «guida spirituale di immenso carisma» parla il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ricorda anche dell'arrivo - non previsto - di Bergoglio alla camera ardente dell'ex presidente Giorgio Napolitano. «Senza fare dichiarazioni - racconta La Russa ai microfoni del Tg1 -, e con fare semplice e modesto, ma nello stesso tempo denso di grande umanità, lascia il Senato. Era la prima volta che un Pontefice lo visitava». Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ne ricorda le «parole di pace, i gesti di misericordia e il costante richiamo alla fratellanza tra i popoli» che, sottolinea, «resteranno un faro per le generazioni future».

Di sicuro il vuoto che lascia è un pesante fardello per chi ne prenderà il testimone. «È un momento difficile per la comunità cattolica, ma anche per l'Italia - sottolinea il ministro della Difesa, Guido Crosetto -, dal momento che Vaticano e pontefice hanno sempre un legame con l'Italia diverso da quello di qualsiasi altra nazione». «Ha segnato il nostro tempo», rimarca il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Mentre Pier Ferdinando Casini ferma l'attenzione sull'ultima apparizione. «Quanta accettazione della sofferenza e quanta abnegazione cristiana nell'apparizione di papa Francesco nel giorno pasquale - spiega l'ex presidente della Camera -. È la sublimazione del suo sacrificio: a noi rimane il monito a non abbandonare gli ultimi». Sulla stessa linea il ricordo della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella: «Ha vissuto l'ultimo tratto del suo viaggio terreno scegliendo di non risparmiare nulla di sé, e trasmettendo in una sofferente vicinanza fisica la cifra di un intero pontificato». L'eredità di Bergoglio, per Mariastella Gelmini (Noi moderati), è e «rimarrà la sua straordinaria semplicità». «Ogni Papa lascia un segno nella storia - aggiunge il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè -: il segno di papa Francesco è quello di un pontefice buono che ha preso la Chiesa per mano e l'ha portata verso i più deboli».

«Resterà per sempre un faro di speranza e solidarietà - preconizza il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi -: le sue parole continueranno a guidarci nel cammino verso una società più giusta e fraterna».

Per il capogruppo dei senatori di Fratelli d'Italia, Lucio Malan, Bergoglio è stato un «innovatore non riconducibile a facili schemi». «Il suo impegno per la pace e per i meno fortunati ha costantemente segnato - aggiunge il senatore - i dodici anni del suo pontificato».

Un ricordo commosso anche quello

dell'ex premier Mario Draghi. «Con la Sua bontà ha illuminato il mondo e ha cambiato la Chiesa - scrive Draghi -. Mi è stato vicino in momenti difficili e mi ha aiutato con la Sua preghiera, il Suo affetto e il Suo discernimento».

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