Al bando i kit comprati su internet. Sono pronti i test sierologici "seri"

In Lombardia screening a tappeto con 20mila analisi al giorno. L'esame ufficiale arriva dai laboratori dal San Matteo di Pavia

Al bando i kit comprati su internet. Sono pronti i test sierologici "seri"

Una prima notizia per rassicurare tutti al di là degli annunci: in Lombardia sono già pronti diversi milioni di test per fare screening a tappeto sul territorio per mesi. Prima si partirà dagli staff ospedalieri delle aree più colpite, medici, infermieri, operatori sanitari delle zone rosso fuoco, come Bergamo, Brescia, Cremona. Poi, si arriverà anche Milano. «Lavoreremo su tutto il territorio regionale ha assicurato Giulio Gallera, assessore al Welfare - Milano compreso - Ci stiamo attrezzando per fare circa 15-20 mila al giorno a cominciare da martedì prossimo. Adotteremo un test serio, elaborato nel nostro laboratorio di Pavia. Auspichiamo altri test rapidi che garantiscano quel grado di serietà necessario e li metteremo a disposizione di tutti. Anche ai cittadini che dovranno stare tranquilli prima di rientrare al lavoro». Dunque, come prima cosa Gallera sottolinea che i test devono essere «seri». Da troppe parti d'Italia ormai si alzano voci di kit inaffidabili e dunque quasi truffaldini. L'assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato, per esempio, ieri aveva spiegato che test «non devono essere un business da parte dei privati» e aveva definito «immorali» i test Covid pubblicizzati sui social che costano centinaia di euro e non hanno «alcuna validazione scientifica». Anche in Campania si sta facendo retromarcia. La Regione ha imposto, di fatto, lo stop ai centri di analisi accreditati campani impedendo loro di poter effettuare i cosiddetti test di chemiluminescenza per la ricerca degli anticorpi Igm ed Igg, giudicandoli difformi rispetto alle vigenti indicazioni sanitarie. Mentre il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, vuole coinvolgere le categorie più esposte come i sanitari e le forze dell'Ordine solo «una volta che i test sierologici avranno una validazione di carattere scientifico».

Dunque, la Lombardia non è l'unica regione ad adottare cautela in questo delicato settore della diagnostica. Le risposte devono essere date anche dal Comitato tecnico scientifico nazionale che ha garantito tempi rapidi. E speriamo che lo siano. La gente sta diventando insofferente. Ci sono troppi dubbi sul proprio stato di salute: ho avuto il Covid? Sono guarito? Ho agli anticorpi? Risposte a cui solo la scienza in modo tempestivo più risolvere. Tra i più impazienti ci sono molti milanesi. Che ieri hanno lanciato una petizione dal titolo «Vogliamo i test in Lombardia» indirizzata al governatore. Attilio Fontana, da parte sua, ieri ha replicato anche alla sollecitazione del sindaco Giuseppe Sala che chiede di fare i tamponi anche a Milano. «Nessun rinvio dei test per Milano ha risposto - ma doverosa programmazione su basi scientifiche ed epidemiologiche».

E a rimarcare che bisogna andare con i piedi di piombo anche il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, che frena sulle aspettative dei test sierologici.

«Solo i test molecolari ci possono dire se una persona è positiva o meno - avverte- Quelli sierologici sono stati autorizzati ai fini di ricerca epidemiologica». La conseguenza? «Solo dall'incrocio dei dati tra i tamponi e i test sierologici, possiamo distinguere la popolazione in sicurezza da quella meno in sicurezza».

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