Berlusconi sul caro bollette: ecco il "whatever it takes"

Il leader azzurro: scostamento di bilancio soltanto come estrema ratio. Oggi a Roma i tre alleati insieme

Berlusconi sul caro bollette: ecco il "whatever it takes"

L'idea è quella di applicare la celebre ricetta draghiana «whatever it takes» alla crisi energetica che sta mettendo in crisi non soltanto l'economia delle famiglia ma anche il mondo delle imprese. Berlusconi torna a parlare di energia e di politica economica in un'intervista rilasciata al Sole 24 ore, avvertendo che il problema dei costi energetici non può rallentare la crescita economica in un momento in cui il combinato disposto di aumento dei costi energetici e inflazione potrebbe creare la cosiddetta tempesta perfetta. E che vanno quindi adottate tutte le misure possibili per impedirlo. Concetto che poi ha ribadito ieri a Mattino 5. «Credo sia possibile contrastare il caro bollette con le risorse di cui disponiamo - rassicura il leader azzurro - evitando in questo modo lo scostamento di bilancio. E, comunque, se dovesse poi risultare necessario, il suo utilizzo verrebbe preventivamente concordato con l'Unione europea. Non permetteremo a nessun costo e in nessun caso che gli aumenti dell'energia si scarichino sulle bollette pagate da imprese e famiglie con conseguenze molto gravi».

Il ruolo dell'Europa nell'economia dei singoli Paesi Ue, secondo Berlusconi, può essere rivisto ma non messo in discussione. «In Europa è indispensabile passare dal voto all'unanimità a - spiega dai microfoni di Rainews 24 -. La Ue è casa nostra. Non è perfetta, forse necessita di un miglioramento ma la sola cosa ragionevole da fare è restaurarla e consolidarla. Nessuno Stato può pensare di affrontare da solo un mondo in cui si confrontano grandi potenze». Ed è in questa Europa che per il leader azzurro Forza Italia deve rappresentare un ruolo di garanzia. «L'Europa si aspetta da noi che il futuro governo conservi un profilo europeista».

E sulla coesione dell'alleanza Berlusconi non ha dubbi. «Ogni tentativo di mettere l'uno contro l'altro i tre leader del centrodestra è sicuramente destinato a fallire - dice in un'intervista a Fanpage -. Siamo insieme da 28 anni, non come la sinistra che cambia alleanze ogni 28 giorni. Matteo e Giorgia sono due leader e anche due amici ai quali io porto rispetto, ma resta il fatto che noi siamo una cosa diversa da loro. Noi siamo i liberali, i cattolici, gli europeisti, i garantisti, gli atlantisti, siamo la sezione italiana del Partito popolare europeo». E dopo le ultime mosse del Cremlino, commenta: «Se fossi davvero chiamato a svolgere un ruolo nel prossimo governo, inviterei Putin a riflettere sul sostanziale isolamento a cui ha condannato se stesso e il proprio Paese». I tre leader del centrodestra si ritroveranno insieme oggi sul palco del comizio unitario di chiusura della campagna elettorale, mentre l'ultimo appello agli elettori vedrà - come da tradizione - i partiti in città diverse.

A piazza del Popolo a Roma questo pomeriggio Berlusconi, Salvini e Meloni si ritroveranno sullo stesso palco come accaduto - l'ultima volta - nell'ottobre del 2019 per la manifestazione unitaria di piazza San Giovanni sempre nella Capitale. Il palco sarà lo stesso utilizzato la scorsa settimana a Pontida dalla Lega, cui è stato affidato proprio l'organizzazione dell'evento di oggi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica