Berlusconi vuole lo choc fiscale. Flat tax e sconto sui debiti

La proposta di Fi per il rilancio dell'economia: "Taglio del 40% sulle cartelle e una grande riforma delle tasse"

Berlusconi vuole lo choc fiscale. Flat tax e sconto sui debiti

Nel giorno in cui Silvio Berlusconi, intervistato da Qn, torna a chiedere uno shock fiscale per far ripartire l'Italia, il direttore dell'Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini fa una apertura a sorpresa e chiede alle forze politiche di ragionare su una vera riforma per un fisco più equo.

«La tragedia del coronavirus ha aperto la strada a margini fiscali impensabili. A forza di sovrapposizioni, il sistema è diventato iniquo e ha perso progressività. In Italia fra evasione fiscale e contributi evasi si perdono per strada più di cento miliardi l'anno». Parole che suonano come musica alle orecchie di Forza Italia, tanto più che il vice ministro dell'Economia Laura Castelli sembra sposare la tesi e mettere sul tavolo del governo un dossier finora continuamente rinviato: «I tempi sono maturi per una seria riforma fiscale», azzarda, seguita da Luigi Di Maio.

«L'intervista a La Stampa del direttore dell'Agenzia delle Entrate è un atto di umiltà che si scontra con l'arroganza di un governo diviso e incapace» commenta il portavoce dei gruppi azzurri, Giorgio Mulè. «Ruffini segnala la necessità di una poderosa riforma fiscale per contrastare un'evasione incontrollata che si aggira intorno ai 100 miliardi. Proprio quella riforma che il premier Conte il 30 aprile ha negato chiaramente di voler e poter fare. C'è poi il capitolo dei quasi 1.000 miliardi di vecchi debiti fiscali al quale Ruffini guarda con realismo affermando che solo il 10% sono recuperabili. È quello che sostiene Forza Italia con proposte di legge e ripetuti interventi: un concreto patto fiscale tra Stato e cittadino e tra Stato e impresa per recuperare parte del sommerso esigibile prevedendo sconti (anche al 40%) e tassi di interesse variabili. Quindi pagare tutti, pagare meno attraverso la flat tax, avversata dal governo concentrato piuttosto su folli ipotesi di patrimoniale».

Maurizio Gasparri chiede una prova di coraggio al governo e alla maggioranza. «Non abbiamo paura di usare le parole. Serve un provvedimento liberatorio, che archivi il passato, con pagamenti ragionevoli, e apra una nuova stagione. Chiamatelo concordato, chiamatelo come volete ma si proceda in questa direzione». La via, insomma, è quella del patto fiscale con sconti fino al 40% su cui Forza Italia ha presentato una proposta perorata con forza dallo stesso Berlusconi. Un provvedimento che, come spiega Alessandro Cattaneo, sarebbe anche utile a prevenire «la follia di 8,5 milioni di lettere di accertamento pronte a partire, che oltre ad essere inique sono l'ennesima seccatura burocratica che compromettono ulteriormente quel rapporto di fiducia tra cittadini, imprese e Stato di cui adesso c'è estremamente bisogno». Concorda sulla necessità di un intervento anche Marco Marin. «Chiediamo la flat tax per avere un fisco equo dove pagano tutti perché pagano il giusto e non uno Stato che ti impone di lavorare i primi sei mesi dell'anno solo per lui. È evidente che il governo statalista delle quattro sinistre non solo non ha nel Dna questa riforma, ma non ha neanche la forza per farla perché è diviso su tutti e capace solo di compromessi al ribasso». D'accordo con la proposta di Ruffini è anche Osvaldo Napoli. «Se lo Stato concentrasse ogni energia per recuperare i 100 miliardi di debiti esigibili la finanza pubblica riceverebbe ossigeno per i prossimi anni.

Invece l'Agenzia delle Entrate è costretta a esaminare cartelle e fascicoli fiscali che troppo spesso riguardano persone decedute, aziende fallite, nullatenenti dai quali, giustamente, è impossibile pretendere alcunché».

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