Urne più vicine in Portogallo. Il Bloque de Izquierda e il Partido Comunista si sono infatti allineati con l'opposizione di destra contro la legge di bilancio 2022 presentata dal governo di minoranza formatosi nel 2016; e adesso le elezioni anticipate sembrano probabili. La bocciatura non implica automaticamente la caduta del governo o il voto anticipato rispetto alla scadenza naturale, l'autunno 2023. Ma il presidente, il conservatore Marcelo Rebelo de Sousa, che cercava di forzare un compromesso per far approvare una finanziaria determinante per ottenere i fondi europei stanziati nel contesto della pandemia di Covid-19, aveva anticipato che avrebbe usato i suoi poteri di scioglimento in caso di blocco. È la seconda volta nella storia della democrazia portoghese che il Parlamento boccia una legge di bilancio, la prima volta che la decisione porta a un voto anticipato.
I socialisti erano arrivati al potere sei anni fa grazie a un'alleanza inedita con la sinistra radicale: erano state superate le divisioni pur di porre fine alla politica di austerity applicata dalla destra in cambio del piano di salvataggio internazionale concesso al Portogallo nel 2011. Ma il dibattito sulla finanziaria 2022 si è incagliato sulla volontà della sinistra radicale di abrogare le disposizioni del codice del lavoro ereditate dai tempi della «troika» dei creditori (Ue-Bce-Fmi). Del resto la fragile alleanza -nota ai portoghesi come il «marchingegno»- aveva iniziato a sgretolarsi sin dopo le elezioni. Ma Costa, che fu il più votato ma non raggiunse la maggioranza per otto seggi, non ha mai cercato nuovi accordi che garantissero maggiore stabilità preferendo negoziare di volta in volta il necessario sostegno parlamentare. Un anno fa, la legge di bilancio 2021 fu approvato di stretta misura grazie all'astensione della coalizione comunista-verde e di un piccolo partito animalista.
Quest'anno, il passaggio parlamentare si è arenato quando il Partito Comunista, ha annunciato l'intenzione di votare contro il progetto del governo, chiedendo maggiori sforzi a favore del potere d'acquisto e dei servizi pubblici. Adesso, il voto anticipato potrebbe nuocere a tutte le forze politiche, tranne forse l'estrema destra, che spera di consolidare l'avanzata già registrata alle elezioni presidenziali dello scorso gennaio.
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