Bocciata la sfiducia a Nordio. "Io attaccato per la riforma"

No della Camera alla mozione delle sinistre sul caso del libico Almasri. Azione si sgancia. Il ministro: "Accuse sciatte o da inquisizione"

Bocciata la sfiducia a Nordio. "Io attaccato per la riforma"
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Tutto come previsto: con 215 no e 119 sì la Camera dei deputati boccia la mozione di sfiducia delle opposizioni contro il ministro Carlo Nordio.

Così, a più di un mese dal casus belli, la vicenda Almasri viene per ora archiviata dal Parlamento. Il Guardasigilli, in apertura di seduta, ha voluto replicare alle critiche e alle accuse dei sostenitori della sfiducia: «Attacchi smodati, impropri, a volte sciatti, a volte degni dell'Inquisizione: ci manca solo che mi accusiate di simonia e bestemmia». Tanto da suscitargli il dubbio che, a motivarli, ci sia «il tentativo di fermare quella che per noi è la madre di tutte le riforme: la separazione delle carriere tra pm e giudici e l'introduzione del sorteggio nei due Csm». Ma «la riforma andrà avanti, e più saranno violenti gli attacchi, più forte la nostra determinazione». Applausi dai banchi della maggioranza, proteste dal centrosinistra. Intanto il sindacato dei magistrati, Anm, sale al Quirinale per denunciare la propria «grossa sofferenza» per la riforma e per le critiche all'operato dei magistrati, che causano «disagio».

Con toni ironici, a volte taglienti, Nordio ha ribadito la linea difensiva dell'esecutivo sulla gestione del libico su cui gravano pesantissime accuse di tortura, violenze e stupri, e sulla richiesta di consegna da parte della Corte penale internazionale. Il cui provvedimento, dice il ministro, «era sbagliato, come è stato dimostrato dalla stessa Corte che, dopo sei giorni, ne ha completamente cambiato il testo», e difende la procedura utilizzata nel valutare la richiesta della Corte internazionale, prendendosi «il tempo necessario».

Dai banchi del centrosinistra le spiegazioni del ministro vengono respinte in toto. «Lei ha coperto un boia, un criminale, uno stupratore. Come fa ad andare tranquillo a dormire la sera?», tuona il verde Angelo Bonelli. Che rievoca la fuga nel nazista Kappler: «Il ministro di allora si dimise». Per Riccardo Magi di +Europa il governo «ha mentito agli italiani dicendo che non sapeva ci fosse quel cittadini libico, mentre le autorità italiane sapevano. E palazzo Chigi ha messo in pratica una inerzia che ha annullato mandato di cattura».

Approfitta della ribalta offerta dalla mozione di sfiducia anche la segretaria Pd Ellly Schlein: «La sua difesa d'ufficio di un torturatore libico rappresenta una delle pagine più vergognose a cui questo Parlamento è stato sottoposto». Anche Schlein torna sul leit motiv del riposo notturno: «Almasri è stato non solo scarcerato ma riportato a Tripoli, libero di continuare. Fossi in lei mi toglierebbe il sonno».

Si sfila invece Azione: pur «condividendo le critiche al ministro», spiega Antonio D'Alessio, «non condividiamo lo strumento della mozione di sfiducia che diventa un boomerang e finisce ogni volta per ricompattare la maggioranza attorno al ministro di turno».

Una menzione particolare la merita il rappresentante dei Cinque Stelle Cafiero De Raho, che usa toni drammatici per sostenere che - per colpa di Nordio, del governo e della riforma della giustizia, par di capire - «le mafie si stanno mangiando l'Italia, stanno depredando l'economia, gli imprenditori vivono nella paura». Il che, sostenuto da uno che è stato fino al 2022 a capo della procura nazionale Antimafia, rischia di suonare più come autocritica che come j'accuse. In aula va in scena un battibecco tra lui e l'esponente di Fdi Bignami, che dice: «Non accettiamo lezioni da chi come Cafiero De Raho si sottrae ad essere audito in commissione Antimafia.

Si faccia sentire e vuoti il sacco dei suoi rapporti con Striano e con quegli ambienti che vuol continuare a proteggere». De Raho si indigna: «Mai sentito Striano». In compenso, rivela, «ho subito per oltre quarant'anni progetti di attentato» mafioso. Per fortuna rimasti, per tutti i quarant'anni, alla fase progettuale.

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