Bolsonaro fa volare la Borsa E Dilma ora rischia la galera

Il candidato della destra al 46% dei voti, sarà favorito al ballottaggio. Rousseff non eletta perde l'immunità

Bolsonaro fa volare la Borsa E Dilma ora rischia la galera

San Paolo Jair Bolsonaro l'altro ieri mattina aveva spavaldamente tranquillizzato i suoi elettori dicendo che il prossimo 28 ottobre, data del secondo turno, sarebbero potuti tranquillamente andare al mare. E invece il candidato dell'estrema destra brasiliana dovrà aspettare ancora tre settimane e sfidare il candidato del Pt di Lula, Fernando Haddad. Certo, va al ballottaggio forte del 46% di voti che fanno apparire un'impresa titanica quella del suo sfidante, che di voti ne ha ricevuti appena il 29,3% e che dovrà trovare qualcosa come 20 milioni di voti in più per sperare di vincere.

Su Haddad hanno pesato molto gli enormi scandali che hanno devastato il Partido dos Trabalhadores, a partire dal suo leader carismatico Lula, dallo scorso aprile in galera per una condanna a 12 anni per corruzione e riciclaggio. E il fatto che subito dopo il primo turno Haddad sia corso a Curitiba per parlare con l'ex presidente non depone a suo favore e alimenta le accuse, anche dalla sinistra più critica nei confronti del Pt, che egli sia solo un burattino di Lula pronto a farlo subito uscire dal carcere nel caso vincesse.

Questo primo giro di boa del voto brasiliano ha comunque arginato anche altri esponenti del Pt e del partito del presidente uscente Michel Temer, il Mdb. Tutti sotto processo ma finora intoccabili grazie all'immunità parlamentare. Rischiano invece di finire in manette prima fra tutti l'ex delfina di Lula nonché ex presidente Dilma Rousseff, accusata per le frodi milionarie che hanno fatto precipitare il Paese in una crisi economica senza precedenti, a cominciare dall'acquisto a prezzi centuplicati dell'inservibile raffineria texana di Pasadena quando era lei a guidare il Cda di Petrobras, la statale petrolifera. E ancora, l'uomo forte di Temer in Senato, quel Romero Jucá coinvolto fino al collo nella Lava Jato, la Mani pulite brasiliana che ha sconvolto il mondo politico e imprenditoriale del Paese negli ultimi quattro anni.

I mercati hanno comunque reagito bene all'exploit di Bolsonaro. La Borsa di San Paolo è cresciuta di quasi il 4% mentre la moneta verde-oro, il Real, si è rafforzata contro dollaro ed euro come non accadeva da mesi. Resta ora da chiedersi se i tre motivi principali che hanno consentito a Bolsonaro di sbancare al primo turno, eccetto in parte del Nordest, gli permetteranno la vittoria anche al ballottaggio. In primis il candidato dell'estrema destra verde-oro ha saputo cavalcare abilmente gli umori della popolazione nei confronti della Lava Jato, trasformandola in uno dei suoi mantra elettorali. Peccato che il Pp (partido progressista) da cui si è furbescamente sfilato per entrare nel più anonimo gruppo social-liberal Psl vanti, insieme al Pt, il record di politici corrotti finiti in carcere per tangenti. Il secondo motivo che lo ha fatto stravincere l'altro ieri è stata la sua campagna per la liberalizzazione delle armi in un Paese dove però già adesso le armi illegali sono un problema con oltre 63mila omicidi l'anno. E infine l'economia, di cui Bolsonaro per sua stessa ammissione non capisce nulla. In caso di vittoria ha già annunciato che il «suo Tria» sarà quel Paulo Guedes della scuola di Chicago, gran sostenitore dell'anarcocapitalismo, ovvero di una presenza statale minima.

Quel Guedes che dovrà far dimenticare passate dichiarazioni del suo leader al New York Times in cui elogiava il ritorno alla dittatura militare sull'esempio di Alberto Fujimori in Perù. Fujimori condannato a 25 anni di carcere per crimini contro l'umanità e tornato dentro settimana scorsa dopo un'amnistia annullata.

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