Borse in calo, spaventa l'incertezza

Debole anche Piazza Affari (-0,3%) e lo spread rialza la testa. Il caso della Francia

Borse in calo, spaventa l'incertezza
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«Preferirei di no». Come lo scrivano Bartleby di Melville, all'indomani del voto europeo gli investitori, piccoli e grandi, preferiscono non rischiare. Le urne hanno infatti restituito un quadro complesso da decifrare: per quanto la riproposizione della cosiddetta «maggioranza Ursula» non sembri in discussione, la netta affermazione delle destre - destinate a pesare non solo su scala nazionale ma sempre più anche a Bruxelles - viene percepita dalle Borse come un fenomeno la cui portata non era stata del tutto messa in conto.

Così, per quanto possa valere una reazione che è ancora soprattutto di «pancia», un altro tassello d'incertezza va a complicare la vita dei listini, peraltro da giorni non proprio di buon umore dopo la sostanziale chiusura della Bce a ulteriori tagli dei tassi e i dati sul mercato del lavoro Usa. Con riflessi anche sull'Italia, nonostante la maggioranza di centro-destra sia uscita rafforzata dal verdetto dell'urna.

«L'Italia gode di stabilità politica e questo è positivo, ma se l'Europa è meno unita e solidale noi patiamo», spiega Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. Anche perché siamo «in un contesto in cui non si capisce chi sia il timoniere dell'Europa». La situazione della Germania non aiuta, con la coalizione guidata dal Cancelliere Olaf Scholz traballante e attesa al banco di prova delle elezioni di Sassonia, Turingia e Brandeburgo. Né è di conforto è il fatto che, con l'Eurotower che da luglio ridurrà gli acquisti di titoli nell'ambito del Pepp, i rendimenti potrebbero alzarsi.

Se nelle sale operative si lega il lieve calo di Piazza Affari (-0,34%) soprattutto con le prese di beneficio, il risalire dello spread Btp-Bund a quota 139 (dai 134 punti di venerdì scorso) e lo sfondamento della soglia del 4% dei rendimenti dei decennali paiono riconducibili sia all'ascesa dei T-Bond Usa al 4,45%, sia alle tensioni che hanno investito la Francia fino a far schizzare l'Oat a 10 anni al 3,17% e affossato la Borsa di Parigi (-1,35%). L'affermazione del Rassemblement National (RN) di Marine le Pen e l'imminente tornata elettorale che verosimilmente ridisegnerà la mappa del potere in Francia, sono visti dai mercati come un possibile elemento di rischio per l'andamento del debito pubblico transalpino (bocciato da S&P con un declassamento del rating), già oltre il 110% del Pil e con traiettoria ascensionale, a differenza dell'Italia che ha una dinamica più stabile.

La riduzione dell'Iva sugli idrocarburi dal 20% al 5,5%, prospettata da RN nel 2022, da sola avrebbe un impatto di 10 miliardi l'anno, secondo l'Institut Montaigne. Obiettivi in netto contrasto con le nuove regole del Patto di stabilità, possibile terreno di scontro fra la Commissione Ue e le forze di opposizione a Bruxelles.

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