Cacciari: "Le primarie del Pd? Una stupidaggine..."

Massimo Cacciari non fa sconti: "I problemi non si risolvono così. La sinistra ha bisogno di un congresso degno di questo nome, peccato che non avverrà..."

Cacciari: "Le primarie del Pd? Una stupidaggine..."

“Il Pd finge di risolvere i problemi con le primarie, ma non scherziamo: si tratta solo di una copertura che non risolve alcunché”. Quando c’è da prendere una posizione, il filosofo Massimo Cacciari non si risparmia mai. È sempre stato così anche quando era sindaco di Venezia. È la sua caratteristica: se pensa una cosa, la dice indipendentemente dalle possibili conseguenze. Se poi parliamo di tematiche legate al mondo progressista, il suo giudizio diventa persino velenoso. Non poteva che essere così anche in questa calda domenica di metà giugno, bollino rosso per le temperature e giorno scelto dalla sinistra per le primarie in vista delle elezioni amministrative di due importanti città che si terranno a ottobre: Roma e Bologna.

Cosa si aspetta da queste primarie?

“Ma cosa vuole che mi aspetti… nulla. Sono solo un palliativo, un pro forma per salvare la faccia, ma non è così che si appianano le questioni aperte”.

E come allora?

"Il Pd avrebbe bisogno di un congresso degno di questo nome, peccato che non avverrà e sa perché?”.

No, mi dica…

“Perché stiamo parlando di un partito assolutamente incapace di decidere e trovare piattaforme di discussione e confronto”.

Scusi, ma le primarie non sono un terreno di confronto?

“Ma certo che no, soprattutto se si sa già chi sarà il vincitore”.

Si riferisce alla competizione romana?

“Sì, nella Capitale hanno già deciso chi sarà il candidato sindaco”.

E allora perché farle?

“Me lo chiedo anche io. Credo abbiano bisogno di salvare la forma. A Roma sono una vera stupidaggine, una puttanata…”.

Non ci saranno sorprese?

“Ma certo che no. Vincerà ovviamente Gualtieri”.

Sarà un plebiscito?

“Ci sarà un’affluenza bassissima. La gente non è stupida, non sente la competizione elettorale. Perché recarsi ai gazebo se il proprio voto non conta? I romani preferiranno andare al mare piuttosto che andare a votare”.

E a Bologna la partita è più aperta?

“A Bologna un minimo di confronto si è visto tra due visioni diverse di sinistra. Ma comunque resta una questione di fondo”.

Quale?

“Il Pd e più in generale la sinistra ha bisogno di un cambio di passo radicale. Serve un confronto vero, un dibattito…ma per adesso siamo ancora in alto mare”.

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