Forse lo avevano scambiato per un clochard. Ma può bastare questo per «giustificare» l'indifferenza che ha condannato a una morte assurda Renè Robert, «reo» solo di essersi sentito male cadendo a terra. Non in una strada isolata, dove nessuno poteva vederlo, bensì in una via centrale di Parigi, tra migliaia di passanti che hanno fatto ignorato quel corpo intirizzito.
È accaduto a Parigi, ma il rischio è che possa accadere in qualsiasi altra parte del mondo. Intanto solo ora la Francia si mostra «costernata» per la morte del fotografo svizzero Renè Robert, rimasto per terra nove ore fino a quando è sopraggiunta l'ipotermia. «Ucciso dall'indifferenza» è l'accusa lanciata dal suo amico, Michel Mompontet, su Twitter, raccontando l'accaduto.
L'85enne, noto fotografo di star del flamenco, «ha avuto un colpo di vertigini ed è caduto. Incapace di alzarsi, è rimasto immobilizzato sul posto al freddo per nove ore fino a quando un senzatetto ha chiamato i soccorsi. Troppo tardi. Era in ipotermia. Nel corso di quelle nove ore nessun passante si è fermato a controllare perché quest'uomo fosse sdraiato sul marciapiede. Non uno».
L'incidente è avvenuto in Rue de Turbigo, tra Place de la Republique e Les Halles, zona centralissima della capitale francese. Mompontet ha riconosciuto che lui stesso spesso non presta attenzione alle persone per strada: «Prima di dare lezioni o accusare qualcuno, ho bisogno di affrontare una piccola domanda che mi mette a disagio: sono sicuro al 100% che mi sarei fermato se mi fossi trovato di fronte a quella scena - un uomo a terra? Non ho mai voltato le spalle a un senzatetto sdraiato su una porta?». Come ha confermato l'Olivar Association che lavora con i senzatetto a Madrid da decenni, «molte persone parlano della terribile storia di Renè Robert, ma la realtà è che questa è l'esperienza crudele e quotidiana di coloro che vivono e muoiono per strada». «Come siamo arrivati a tanto?», si è chiesto amaramente Mompontet. Nato a Friburgo il 4 marzo 1936, Renè Robert aveva iniziato la sua carriera nella fotografia nel campo della pubblicità e della moda, ma la fama l'aveva conquistata con gli scatti dedicati ai ballerini della danza di origine andaluse. Era noto come «il fotografo del flamenco». Nei suoi scatti in oltre 50 anni di carriera Paco de Lucia, Fernanda de Utrera, Pastora Galván.
I suoi ritratti sono stati al centro di varie mostre in giro per l'Europa ed un'esposizione di 75 immagini si è tenuta a Roma per iniziativa dell'Istituto Cervantes. Mompontet ha concluso: «Se questa morte atroce può insegnarci qualcosa, è che quando vediamo un essere umano sul marciapiede, ci fermiamo un momento».
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