Cambio in vista alla Difesa di Kiev: la corruzione costa il posto a Reznikov

Il ministro, che potrebbe finire alla Giustizia, garantisce: "Non useremo i missili Usa per colpire il territorio russo"

Cambio in vista alla Difesa di Kiev: la corruzione costa il posto a Reznikov

Sembra avere le ore contate Oleksii Reznikov (nella foto), il ministro della Difesa ucraino. Il presidente Volodymyr Zelenski sarebbe sul punto di dimissionarlo, ufficialmente come atto quasi dovuto dopo lo scandalo corruzione che ha travolto il suo dicastero, ma da più parti si vocifera di un'insoddisfazione del governo di Kiev per il comportamento dell'esercito a Bakhmut, nel Donbass, dove i russi stanno avendo la meglio.

Come che sia, secondo l'Ukrainska Pravda il cambio della guardia al vertice della Difesa sarebbe imminente, forse già in questa settimana. Il successore potrebbe essere Kyrylo Budanov, capo dell'agenzia di intelligence militare ucraina. Zelensky non sembra disposto a fare a meno di Reznikov, 56 anni, ministro della Difesa dal 4 novembre 2021, tra gli artefici del grande sostegno occidentale alla resistenza ucraina, che potrebbe finire a guidare il ministero della Giustizia al posto di Denys Maliuska, a sua volta in predicato di esser nominato ambasciatore in una capitale europea. Reznikov non sembra farne un dramma è commenta così le voci su un suo possibile accantonamento: «Nessun funzionario è sulla sedia per sempre. Nessuno. Farò quello che mi suggerisce il capo dello Stato», dice citato da Kyiv Independent. Intanto lo stesso Reznikov ha annunciato una serie di verifiche all'interno del suo ministero a seguito dello scandalo di corruzione legato agli approvvigionamenti dell'esercito, riconoscendo che i servizi anticorruzione del suo ministero hanno «fallito nei loro compiti». L'audit riguarderà sia i contratti pubblici sia l'assistenza tecnica internazionale.

Reznikov ha parlato nel corso di una conferenza stampa in cui ha fatto anche il punto militare. Garantendo che l'Ucraina non utilizzerà le armi a lungo raggio promesse dagli Stati Uniti (i missili da 150 chilometri di gittata sono nel nuovo pacchetto di aiuti promesso da Washington) per colpire il territorio russo, e prenderà di mira solo le unità russe nel territorio ucraino occupato. «Diciamo sempre ufficialmente ai nostri partner che non useremo armi fornite da partner stranieri per sparare sul territorio russo. Spariamo solo alle unità russe sul territorio ucraino temporaneamente occupato», ha detto Reznikov.

Reznikov ha anche manifestato il suo rammarico per la «riluttanza» occidentale a consegnare aerei da combattimento all'Ucraina, ciò che «costerà più vite». Reznikov ha affermato di essere in ogni caso «sicuro che vinceremo questa guerra. Sono sicuro che libereremo tutti i territori occupati».

La vittoria sarà anche sicura, ma Kiev si aspetta una «possibile grande offensiva russa questo mese», che l'esercito ucraino avrà comunque la forza di arginare anche se non tutte le ultime forniture militari occidentali saranno dovessero arrivare in tempo.

È ancora Reznikov a fare questa ipotesi, immaginando una scelta simbolica da parte dei russi, in occasione del primo anniversario dell'invasione dell'Ucraina. E Kiev denuncia anche che le forze russe hanno sequestrato libri ucraini da biblioteche e scuole nel territorio occupato di Lugansk e li hanno bruciati negli impianti di riscaldamento.

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