Neanche l'avvicinarsi del Natale regala al Movimento 5 Stelle un po' di tregua. La fine dell'anno non è solo un periodo di festività, ma per il M5S rappresenta una fase delicatissima in vista di appuntamenti cruciali come l'approvazione della manovra e l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. In mezzo si trova una partita tutta interna che sta creando subbuglio e tensioni.
La votazione per il nuovo capogruppo alla Camera è tra le tante cause delle ultime agitazioni tra i grillini, divisi anche (e forse soprattutto) in quello che viene considerato un importante atto di democrazia che però rischia di frantumare ulteriormente il gruppo pentastellato. Il tutto in un oceano di ansie e preoccupazioni, tra voci di scissioni e possibili fughe dal Movimento, in cui la (scarsa) leadership di Giuseppe Conte annega sempre di più.
Il caos alla Camera
Ed è proprio su questo fronte che si è schiantata la sfida per l'elezione del nuovo capogruppo M5S a Montecitorio. Entro le ore 14 di oggi i candidati alla presidenza del gruppo 5 Stelle dovevano ufficializzare le liste con i componenti del loro possibile direttivo. A pochi minuti dal gong però è arrivato il passo indietro di Angelo Tofalo: il deputato grillino si è ritirato dalla corsa. Il motivo? Per evitare di complicare ulteriormente un quadro già fragile e precario.
Tofalo non ha presentato la propria squadra: ha fatto sapere che nella giornata di domani in assemblea verrà fatta "l'analisi sulla situazione del gruppo alla Camera che rischia di implodere". L'esponente pentastellato ha rivendicato la sua scelta - fatta "con maturità" - che ha come obiettivo principale quello di evitare "ulteriori spaccature".
A questo punto resta in campo la sola candidatura del capogruppo uscente Davide Crippa, la cui riconferma è scontata. Stando a quanto riportato dall'Adnkronos, nella sua squadra figurerebbero Alessandra Carbonaro (vicepresidente vicaria), Francesca Galizia (tesoriere), Maria Soave Alemanno, Elisa Tripodi e Nicola Provenza (segretari d'Aula).
Il precedente al Senato
Insomma, un passo indietro dopo aver preso coscienza del fatto che ormai il M5S è una polveriera. Una mossa per evitare un conflitto di fuoco che però non sarà gestibile nelle prossime settimane, quando nel segreto dell'urna bisognerà eleggere il nuovo capo dello Stato. Per Giuseppe Conte non tira affatto una buona aria: il suo controllo dei gruppi non appare ferreo, la sua linea non sembra essere quella maggioritaria e i dualismi interni complicano tutto.
Già a novembre al Senato c'è stato il caos totale: l'elezione del nuovo capogruppo a Palazzo Madama del Movimento 5 Stelle era finita con una clamorosa parità di 36 a 36, che ha spinto poi Ettore Licheri a lasciare spazio a Mariolina Castellone (considerata vicina a Luigi Di Maio). Eppure la convinzione dell'ex premier era di avere una truppa di fedelissimi proprio al Senato, e invece la realtà dei fatti ha fornito un'altra verità.
Proprio questo precedente è stato motivo di forti riflessioni in occasione della partita alla Camera, che avrebbe potuto scattare la fotografia di un gruppo sfaldato e dilaniato da correnti.
Certo, con il ritiro di Tofalo dalla corsa magari non si daranno pretesti per parlare di un M5S spaccato a Montecitorio. Un giochetto che però non cambia la situazione: il Movimento rischia grosso, con possibili addii e un progressivo indebolimento per la partita per il Colle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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