Ormai è chiaro: l'Europa non ci ascolta sul tema migranti. La conferma arriva dal programma della riunione straordinaria dei ministri dell'interno Ue del 18 agosto, in cui non sarà affrontato il tema dell'emergenza flussi nel Mediterraneo centrale. Secondo una fonte del Consiglio europeo, la questione italiana «non è nel programma dell'incontro, che verterà sulle serie minacce alla sicurezza per l'Ue e sulla strumentalizzazione dei migranti illegali da parte della Bielorussia».
Ciò dimostra che l'appello della titolare del Viminale, Luciana Lamorgese, fatto mercoledì scorso al commissario europeo agli affari interni, Ylva Jonhansson, non è stato ascoltato. Il ministro le aveva chiesto «la convocazione di un Consiglio Affari interni straordinario sull'attuale andamento dei flussi migratori che non possono essere affrontati soltanto dall'Italia e dagli altri Paesi i cui confini coincidono con le frontiere esterne dell'Unione europea».
Ma se inizialmente pareva che la richiesta potesse essere accorpata a quella avanzata dal presidente lituano, Gitanas Nauseda, di una riunione straordinaria per trattare la crisi migratoria al confine Lituania-Bielorussia, la triste realtà è arrivata come una doccia fredda. Il fatto che l'Italia faccia da campo profughi per il resto dell'Europa, evidentemente fa comodo all'Ue.
Sul fronte immigrazione la Lamorgese sembra comunque aver accolto l'appello del leader leghista Matteo Salvini ad accelerare il passo. Tanto che ieri ha incontrato al Viminale l'ambasciatore della Repubblica tunisina, Moez Sinaoui, con il quale ha avuto «un lungo confronto sull'evoluzione del quadro politico nel Paese nordafricano e sull'andamento dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale».
Il ministro ha «ricevuto ampie rassicurazioni da parte dell'ambasciatore tunisino sulla validità di tutte le intese tecniche bilaterali in materia di procedure di rimpatrio e sul personale impegno del presidente della Repubblica tunisina, Kais Saied, per intensificare le misure finalizzate al contrasto delle organizzazioni criminali di trafficanti di esseri umani e al contenimento della pressione esercitata dai flussi di immigrazione clandestina sulla frontiera esterna dell'Unione europea». Finora i rimpatriati sono stati solo il 9,8% degli sbarcati in Italia, mentre i ricollocati solo il 2% del totale.
La situazione migranti preoccupa anche il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni, che non usa mezzi termini: «L'Europa deve dare una mano subito. Così non va bene.
Non solo non ci sono gli accordi con i Paesi di partenza, non ci sono i rimpatri, ma non c'è neanche la redistribuzione». Oggi sbarcheranno altre 260 persone dalla Sea Watch 3 e a Lampedusa sono in corso altri arrivi di migranti. L'invasione non si ferma, nel silenzio più totale dell'Europa.
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