Su affinità e convergenze tra la maggioranza pentastellata e le frange più bellicose dell’antifascismo militante si potrebbe scrivere un lungo trattato. A vergare il capitolo più recente è la foto che raffigura Lavinia Flavia Cassaro, la “cattiva maestra” di Torino, con la “solita” Maura Paoli. La consigliera M5s eletta in Sala Rossa. Nel 2016, anno in cui è stata scattata l’immagine che la ritrae al fianco della Cassaro, sedeva già al piano nobile di Palazzo Civico grazie ai voti raccolti proprio negli ambienti dell’ultrasinistra sabauda.
Ebbene, le due appaiono abbastanza affiatate, immortalate mentre dividono lo stesso palcoscenico. Unite dalla comune militanza nel centro sociale “Gabrio” e da una propensione naturale per il no: no Tav, no Muos, no Euro, no global e via dicendo. E infatti alle loro spalle campeggia il vessillo con il Treno Crociato sbarrato. Chiamata a rispondere di quell’immagine dal senatore uscente e candidato del Pd Stefano Esposito, la grillina ha replicato: “Ho un bellissimo ricordo di quella giornata insieme alla Compagnia Senza Soldi cercavamo di spiegare con un teatrino di burattini l’inutilità della Tav”. Nemmeno una parola spesa per dissociarsi dalle posizioni della Cassaro. Ennesimo imbarazzo per la prima cittadina di Torino, invitata da Augusta Montaruli, candidata di Fratelli d’Italia alla Camera, “ad espellere immediatamente la consigliera Paoli dal gruppo consiliare”.
La verità è che la Appendino non sa più come gestire la pattuglia di girondini che “occupa” la sua maggioranza. E le parole profuse dopo i fatti di Torino sanno di ipocrisia. Recita anche lei, veste i panni della donna d’ordine, condanna le bombe farcite di chiodi e schegge, ringrazia gli agenti feriti ma tace sullo sgombero dei centri sociali che tengono sotto scacco la città. Anche se tutti lo chiedono a gran voce, anche se c’è una mozione che impegna il consiglio comunale al riutilizzo in chiave sociale o alla vendita della palazzine occupate, ha le mani legate. Strutture che, in caso di vendita, potrebbero fruttare complessivamente 13 milioni di euro preziosi per sanare i conti in rosso.
Ma toccare Askatasuna, Gabrio e El Paso rischia di segnare un corto circuito tra maggioranza e giunta. A tracciare la geografia degli esponenti grillini più irriducibili è una fonte de Il Giornale.it che vuole rimanere anonima. “I consiglieri che non esitano a dividere la piazza con gli estremisti - ci dice - sono sempre gli stessi”. Si parte da “Maura Paoli e Deborah Montalbano che sono diretta espressione dei centri sociali” e si passa al presidente della Commissione urbanistica, Damiano Carretto, che la nostra fonte definisce come “un no Tav aggressivo”. Poi ci sono Fabio Gosetto e Daniela Albano “che sono l’ala sinistra del Movimento” e Viviana Ferrero, “una signora dell’ottima borghesia torinese che, pur abitando in un attico, ha sposato le tesi della sinistra radicale”. Erano presenti tutti quanti alla Reggia di Venaria contro l’ultimo G7. In quell’occasione anche il vicesindaco Guido Montanari si era lasciato scappare qualche parola di troppo sulle brioche usate dagli antagonisti per sfondare il cordone delle forze dell’ordine. E nella baraonda era stato arrestato Andrea Buonadonna, esponente no Tav e leader giovanile del centro sociale Askatasuna. Anche allora le parole di condanna dell’Appendino furono solitarie.
E anzi, la consigliera regionale Francesca Frediani, che dell’appartenenza agli ambienti di lotta all’alta velocità ha fatto un trampolino per Palazzo Lascaris, si scomodò persino per chiedere “libertà per Andrea”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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