Bilal Bosnic, l'imam bosniaco, che è venuto tranquillamente a predicare nel Nord Italia dal 2011 al 2013, giustifica in un'intervista sul sito del Corriere il rapimento di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, innamorate della rivolta contro Damasco, che in Siria si illudevano di fare del bene.
L'imam estremista è convinto che le due ragazze «interferivano», come chiunque arrivi dall'Occidente. Non solo: per il predicatore jihadista «rapire è una pratica giustificata, una cosa comune per un nemico durante la jihad e qualsiasi altra guerra». Parole che non devono stupire. Sulla sua pagina Facebook Bosnic, fin dal 7 luglio, aveva postato il sermone del Califfo, Abu Bakr al Baghdadi da Mosul, dove ha cacciato i cristiani, con il seguente commento: «Quest'uomo verrà ricordato per secoli ( ) Allah continui a ricompensarlo per i suoi meriti». Poi ha cambiato la copertina con la bandiera nera dello Stato islamico dell'Iraq e della Siria. E lunedì si è fatto immortalare assieme a cinque suoi accoliti barbuti con alle spalle lo stendardo del Califfo. Poi ha usato lo scatto come nuova copertina su Facebook.
Quarantuno anni, «salafita» per sua stessa definizione, vive nella Krajina fra Bosnia e Croazia. E non fa mistero di aver combattuto con il battaglione al-Mujaheddin composto da musulmani provenienti da mezzo mondo durante la terribile guerra etnica bosniaca. Con il corriere.it ammette che in Italia ha incontrato «centinaia» di musulmani «veri seguaci» dell'Islam. E di aver conosciuto Ismar Mesinovic, l'imbianchino bosniaco di 36 anni che viveva a Longarone ed è morto in Siria, lo scorso gennaio, in nome della guerra santa. Il volontario jihadista era una persona «normale» che ha sposato una cubana, come dimostrano alcune foto in possesso del Giornale . Poi, in altre immagini, salta agli occhi il cambiamento. Mesinovic si è fatto crescere la barba islamica e la sua donna ha messo il velo. Il primo giugno dello scorso anno incontra l'imam Bosnic a Pordenone invitato a tenere un sermone. L'incontro era stato pubblicizzato da un kosovaro che vivrebbe nel Bresciano. Mesinovic decide di partire per la Siria dove trova la morte. Il Viminale è allarmato dalla «spirale balcanica», che attrae combattenti in Siria e non si escludono retate e arresti a breve.
Sulla sua pagina Facebook il predicatore itinerante ha postato le foto dei giovani bosniaci che sono andati a combattere e spesso a morire per il Califfato. Gli «amici» on line di Bosnic sono personaggi come Amir Bajric, che sarebbe in Siria e usa come copertina del suo profilo in rete un convoglio di pick up con i vessilli neri dello Stato islamico. Oppure il turco Nasir Haji, che preferisce il faccione di Osama Bin Laden, come copertina sulla pagina Facebook. E ieri ha postato la foto di una serie di teste mozzate infilate negli spuntoni di un'inferriata.
L'aspetto incredibile è che Bosnic, cattivo maestro dell'Islam radicale, è venuto più volte a predicare in Italia. Prima di Pordenone, nel 2011 e 2012, è stato invitato tre volte a Cremona. Due sermoni nel vecchio centro islamico ed uno nel luogo di culto di Motta Baluffi. La Digos locale ha monitorato le prediche senza trovarci nulla di pericoloso. Così Bosnic è stato anche a Bergamo, da dove sono partite le due volontarie italiane rapite in Siria ai primi di agosto. L'imam bosniaco e altri predicatori dell'ex Jugoslavia sono le star dell'Islamsko Dzemat di Bergamo, un altro centro islamico di provincia molto legato ai Balcani. I barbuti fedeli bosniaci del centro lo scorso anno hanno tranquillamente affittato una sala comunale per pregare. E Bosnic al corriere.
it ha confermato: «Sono stato anche a Bergamo. Un jihadista? Preferisco essere definito musulmano, semplicemente perché ritengo che ogni vero musulmano debba essere jihadista e credere in uno Stato islamico unico».www.gliocchidellaguerra.it
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