Le cento tasse che frenano la ripresa post pandemia

Dall'Irpef all'Irap, dall'Iva fino alle addizionali comunali e al bollo auto, il fisco pesa il 43% del Pil

Le cento tasse che frenano la ripresa post pandemia

Dall'addizionale comunale sui diritti d'imbarco di passeggeri sugli aeromobili al bollo auto passando per i canoni su telecomunicazioni e Rai Tv e la cedolare secca sugli affitti. Senza dimenticare diritti catastali e delle Camere di commercio, sono oltre 100 tasse, imposte e altri balzelli che i contribuenti italiani sono chiamati a pagare ogni anno e che nel 2020 hanno raggiunto il 43,1% del Pil sfiorando il record ( 43,4%) raggiunto dal governo Monti nel 2013. Questa «Impostopoli», un po' Monopoly e un po' Odissea, ha creato un ingorgo che il decreto di prossima emanazione da parte del governo dovrebbe sciogliere solo parzialmente con il rinvio di alcuni obblighi. Ma il problema, come anche nelle precedenti occasioni, sarà spostato solo più in là.

In particolare, entro la fine del prossimo mese di luglio tra versamenti e altri adempimenti, Caf, commercialisti, imprese e cittadini dovranno cimentarsi con 263 scadenze. Mercoledì prossimo 30 giugno scade il termine per il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte dirette e dell'Iva. L'altro «piatto forte» del menu è il versamento delle imposte sostitutive per le rivalutazioni. Ma non finisce qui. Il 31 luglio si dovrebbero pagare le rate sospese della pace fiscale. Si tratta di quattro pagamenti della rottamazione ter e di due del saldo e stralcio. Il condizionale è d'obbligo perché il Consiglio dei ministri di oggi, oltre a introdurre il blocco selettivo dei licenziamneti, dovrebbe prorogare fino a fine agosto gli invii delle nuove cartelle esattoriali ed emanare un provvedimento per concedere una moratoria alle imprese colpite dalla crisi pandemica facendo slittare il saldo e gli acconti di 3 settimane (al 20 luglio o al 20 agosto con una maggiorazione del 20,4%) e la ripresa dei pagamenti delle rottamazioni a settembre in concomitanza coi nuovi invii.

Come detto, l'ingorgo nasce da una sovrapposizione di norme fiscali che ha trovato la propria sublimazione nel recente manuale varato dall'Agenzia delle Entrate, guidata da Ernesto Maria Ruffini con una circolare di 539 pagina in cui si spiega con «semplicità» come compilare il 730. Per i commercialisti un altro ostacolo che sta spingendo la categoria verso il tilt. Non bastano le 100 tasse che sono in vigore nel nostro Paese (dalla tassa sulle concessioni governative al contributo ambientale al Consorzio nazionale imballaggi), ma anche pagarle è complicato e gli errori si pagano a caro prezzo. Giusto qualche numero per ricordare quanto valga questo «mostro»: su 491 miliardi di gettito fiscale, l'Irpef rappresenta 209 miliardi di euro gravando su lavoratori e autonomi. Le aziende, invece, tra i 32 miliardi di Ires e i 23 miliardi di Irap, versano all'amministrazione finanziaria 56,3 miliardi, mentre l'Iva assicura allo Stato quasi 137 miliardi (28% del gettito totale), mentre le accise su benzina, tabacchi, gas e alcol valgono più di 39 miliardi.

«Mentre altri partiti ripropongono temi divisivi e laceranti come la legge Zan noi ci occupiamo della riforma del fisco, della burocrazia, della giustizia. Tutte materie nelle quali il ruolo di Forza Italia è fondamentale», ha scritto ieri su Twitter il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, ricordando i temi sui quali il partito azzurro è impegnato.

Oggi, infatti, le commissioni Finanze di Camera e senato dovranno proporre i propri «correttivi» per la bozza del documento sulla proposta di riforma fiscale. Tra le novità proposte anche la possibilità per gli autonomi di rateizzare su base mensili gli acconti e i saldi dell'Irpef in modo da non trovarsi regolarmente a fine giugno o a fine dicembre con l'acqua alla gola.

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