Centro accoglienza terroristi

Lo stragista di Tunisi arrestato a Milano. Era arrivato coi barconi. Grazie a Renzi e Alfano

Centro accoglienza terroristi

Solo Alfano non si è reso conto che il Mediterraneo è una porta scorrevole dove si entra, si esce, si ritorna e nel frattempo si fa una gita in Tunisia per massacrare turisti in visita al Museo del Bardo. È cecità fraudolenta, che serve come alibi per non assumersi responsabilità, per scrollarsi dalle spalle il fallimento.

Alfano fa come gli struzzi, non affronta il problema e mette la testa sotto la sabbia, sperando che l'emergenza finisca e il peggio passi in fretta. Il pericolo, invece, è adesso e ha il volto di un marocchino di 22 anni che per lungo tempo è sfuggito ai radar. Non è certo colpa delle forze di polizia, brave a contrastare con poco il possibile e l'imponderabile. Il dato di fatto però è che sui barconi diretti verso la Sicilia viaggiano terroristi. Qualcuno dirà: ma è solo uno. Sbagliato, uno è stato beccato, ma chissà quanti continuano probabilmente a muoversi nell'ombra. C'è una rete che potrebbe accendersi e colpire al cuore una terra senza difese.

E il governo che fa? Sminuisce, nega, dissimula.

Così l'Italia è diventata un porto sicuro solo per clandestini e jihadisti. Renzi ha barattato la sicurezza del Paese con la tenuta del suo governo: meglio un terrorista in più in Italia che un voto in meno in Parlamento. Questo spiega l'ostinata incapacità di cacciare un ministro dell'Interno come Alfano. Né ci aiuta l'Europa, dove le chiacchiere di Renzi stanno a zero. Lì c'è chi conta e chi no. E noi non contiamo nulla, come ha certificato la mortificante pantomima delle quote di rifugiati.

Questo è il governo delle tre scimmiette: non vede, non sente e, se parla, racconta frottole.

Ecco le risposte di chi non vede o non vuole vedere. Paolo Gentiloni, 24 gennaio: «I terroristi non arrivano sui barconi. Strumentale ogni generica confusione». Renzi, il 22 febbraio intervistato da Lucia Annunziata: «Diciamolo, i terroristi non arrivano sui barconi. La solita propaganda». Il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento Immigrazione del ministero dell'Interno: «Terroristi infiltrati? Io non partecipo al festival della paura. Posso solo dire che se fossi un terrorista non mi imbarcherei su un gommone in Libia a calci nel sedere...».

Alfano, tre giorni fa: «Fin qui non abbiamo traccia di presenze dei terroristi sui barconi». Il ministro della Difesa Pinotti, due giorni fa: «Non c'è nessuna prova di terroristi sui barconi». Ieri, il risveglio. I terroristi sono arrivati. Sui barconi. Ma gli struzzi continuano a negare.

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