Il centrodestra con i balneari. "Non va punita una categoria"

Lo scontro sulle concessioni in Parlamento. Da Fi, Lega e Fdi proposte per tutelare chi ha investito sulle spiagge

Il centrodestra con i balneari. "Non va punita una categoria"

La cosa positiva è che si tratta di una legge delega. Mario Draghi incassa l'attesa modifica delle concessioni balneari con un voto unanime, tassello mancante di quella riforma della concorrenza a cui sono legati i fatidici fondi del Pnrr ma ora lo scontro si sposta in Parlamento che rischia di trasformarsi in un Vietnam.

Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia saranno decisivi per tutelare le imprese del settore e annunciano già battaglia. Ma i loro fronti sono diversificati. I primi due, che ieri hanno incontrato i balneari, sarebbero anche favorevoli alle riassegnazioni delle concessioni nel 2024 come prevede la legge delega ma senza penalizzare tutte quelle aziende che finora hanno investito e usufruito degli spazi sul demanio pubblico attraverso la legge vigente.

«Il Cdm ha adottato una soluzione ottimale, tecnicamente ineccepibile, di buon senso, rispettosa delle regole europee», è il parere di Renato Brunetta, ministro per la Pubblica amministrazione. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri vorrebbe «evitare una pioggia di emendamenti, ma ciò dipenderà dal confronto che si svilupperà e dal recepimento di istanze per noi essenziali». Il sottosegretario di Stato ai Rapporti con il Parlamento, Deborah Bergamini, ricorda che «in Cdm sono state accolte alcune istanze delle categorie anche grazie alle indicazioni di Forza Italia, che ha sempre difeso gli operatori turistico- balneari». «La ratio del provvedimento non può essere punitiva nei confronti dei titolari degli stabilimenti che hanno investito, creato occupazione e valorizzato il territorio», dichiara la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini. E il vicepresidente dei senatori di Forza Italia Massimo Mallegni, nonché responsabile nazionale per Forza Italia del turismo e del commercio, annuncia che «faremo tutte le modifiche necessarie per una categoria che merita rispetto».

Anche la Lega chiede alcune integrazioni, anche se i ministri leghisti Garavaglia e Giorgetti hanno ottenuto gran parte delle loro richieste, soprattutto la tutela delle aziende familiari che gestiscono da anni lidi e stabilimenti e di lì percepiscono il loro reddito principale. E Matteo Salvini sprona: «Miglioreremo il testo. Avanti uniti: l'impegno di chi vuole risolvere i problemi e non solo dire di no a tutto e protestare, paga». Frasi che fanno innervosire i dem: «Inammissibile doppiezza e inaffidabilità».

«Noi contestiamo al governo il metodo chiarisce il senatore Gian Marco Centinaio, sottosegretario Mipaaf e capo dipartimento Turismo e Agricoltura della Lega non si sono ascoltate le categorie per un testo condiviso». E chiede una mappatura del demanio marittimo: «Non sappiamo neanche quante spiagge abbiamo».

Fratelli d'Italia invece pretende l'esclusione dei balneari dall'applicazione della direttiva europea Bolkestein. «Ritengo che l'Italia avesse le carte in regola per tirare fuori i balneari dalla Bolkestein e per non cedere sovranità. Non lo ha voluto fare, è stata una scelta politica, stiamo ammazzando l'economia favorendo le grandi concentrazioni», afferma la leader FdI, Giorgia Meloni.

I balneari restano sul piede di guerra in attesa di vedere gli emendamenti che proporranno le forze politiche: «Che nessuno pensi che noi possiamo accettare in modo arrendevole una situazione di questo tipo», dice Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari.

«Non siamo soddisfatti: si tratta di un provvedimento che necessariamente dovrà trovare il giusto equilibrio nel passaggio parlamentare», scrivono Maurizio Rustignoli, presidente Fiba e Antonio Capacchione, presidente Sib.

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