Cgil a congresso: duello Landini-Colla, Camusso nell’angolo

La “Donna Rossa” non riesce a imporre la sua candidata

Cgil a congresso: duello Landini-Colla, Camusso nell’angolo

I “grandi elettori” della Cgil bocciano la scelta della Camusso. Da oggi, e sino al 25, il congresso nazionale per la successione alla Segretaria Rossa. In terra di Puglia non riuscirà a eleggere il suo riferimento, Serena Sorrentino, leader del Pubblico Impiego, e sarà costretta a virare su uno dei due maggiori contendenti. Qualche velleitario e dietrologo però ipotizza che, nell’ambito di un duro scontro Landini-Colla, l’asso di un terzo nome, possa esser proprio quello della Sorrentino ma così non sarà.

La vera partita è tra i due componenti della segreteria confederale. Uno movimentista (non in riferimento ai cinque stelle), l’altro più filo Pd. Proprio questa caratterizzazione politica ha portato la uscente a virare per il primo, Maurizio Landini, a dispetto del secondo, Colla. Quest’ultimo componente appunto della confederazione nazionale e proveniente dal settore chimici e con un passato da leader della Cgil Emiliano-romagnola. L’altro, Landini, da sempre leader della Fiom e da circa due anni anch’egli nella segreteria nazionale della confederazione proprio per volere della segretaria. La Camusso, di fatto, non volle premiarlo ma, con l’incarico, tentò di depotenziarlo per fermare la sua scalata. La “Donna Rossa” nel ritenere di indebolirlo ha invece ottenuto il suo potenziamento per la capacità di Landini di non interpretare più il ruolo del sindacalista duro e puro (nelle trattative al vertice della Fiom era sempre ostile alla firma di ogni contratto a differenza proprio del dialogante, e oggi sfidante, Colla invece sempre propenso agli accordi per il migliore contratto possibile) ma iniziando, con la delega sulla sicurezza sul lavoro, ad interpretare, rispetto alla sua storia, un ruolo con toni moderati e dialoganti. La Cgil al congresso barese presenterà un unico documento ma a fronteggiarsi saranno appunto il “movimentista” Landini ed il “riformista” Colla.

Al momento i più informati giurano che i due terzi del sindacato sia schierato con l’ex leader della Fiom anche in virtù dell’appoggio proprio della segretaria generale, pur se sino a ieri sua storica nemica, a dispetto dell’appoggio dei chimici e del fortissimo Spi (il settore pensionati) che puntano invece sul romagnolo “amico” del Pd.

Il sindacato di Corso d’Italia esce dunque da una gestione Camusso in uno stato di salute fragile. D’altronde il clima che si è respirato nei congressi territoriali e di federazione, non ha dato l’impressione di comunità, o di compostezza, basti pensare al recente congresso dello SPI in cui sono volati gli stracci e senza dimenticare il congresso di Reggio Emilia di qualche mese fa dove Guido Mora, segretario generale uscente, a sorpresa non è stato riconfermato. Un esito senza precedenti, che nessuno avrebbe potuto prevedere. Era infatti l’unico candidato.

Qualche attento osservatore potrebbe scommettere alla fine su un accordo in zona Cesarini tra Landini e Colla e la Camusso alla guida della fondazione Di Vittorio, istituto di riferimento della Cgil nello studio e nella ricerca, in attesa di una candidatura adeguata nell’agone politico.

I più realisti dicono maggioranza a Landini e minoranza a Colla con ferite aperte difficilmente guaribili.

In poche parole non poteva finire peggio la stagione Camusso: non in grado di indicare la sua successione, costretta ad appoggiare il suo nemico storico malgrado la strategia per anestetizzarlo e non eletta alla guida del Sindacato Mondiale (CSI), malgrado l’appoggio unitario dei delegati Cisl e Uil.

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