Che delusione la finta primavera cubana

Altro che disgelo: il regime seguita ad arrestare artisti, blogger, e intellettuali. Il vero obbiettivo dei fratelli Castro? Arricchire i cittadini col turismo americano

Che delusione la finta primavera cubana

Ricordate l'annuncio del disgelo fra Stati Uniti e Cuba, quando tutti sperammo che il muro dell'Avana sarebbe caduto? Bene, avevamo sbagliato a sperare: a Cuba il regime seguita ad arrestare artisti, blogger, e intellettuali come Tania Bruguera, ammanettata per aver letto in strada «Le origini del totalitarismo» di Hannah Arendt. È così emerso il vero contenuto del prodotto di Obama e dei fratelli Castro, sotto la regia di Papa Francesco. Ai cubani viene ora lanciato l'invito che il primo ministro francese Guizot rivolse ai suoi concittadini nel 1848: «Arricchitevi».

Se Guizot si rivolgeva a una Francia ugonotta e operosa, Raul Castro e suo fratello Fidel propongono ai loro connazionali di arricchirsi col turismo americano. In questo progetto non c'è spazio per i diritti civili, né per la libertà di stampa. Il partito comunista al governo uno è e quello resta. La polizia politica seguita ad usare manette e manganello, mentre gli Usa si impegnano a far affari e lasciar correre, con qualche rimbrotto formale. La comunità cubana in esilio frustrata e tradita è scesa in strada a Miami accusando Obama di aver svenduto la speranza della libertà agli operatori turistici. Tutti ricordano del resto il fuorionda di Raul Castro con un giornalista: «Chi vuole parlare con Cuba deve passare attraverso di noi, non attraverso i dissidenti».

Il regime è dunque più spavaldo e il futuro è più chiaro: Cuba sarà una minuscola Cina dei Caraibi con zero democrazia e molti nuovi ricchi, non troppo diversa da quella del dittatore Fulgencio Batista che i fratelli Castro misero in fuga nel 1959. Tanta rivoluzione, per nulla.

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