Colle, gli ex grillini puntano sull'uomo della "moneta parallela"

L'ex vicepresidente della Corte Costituzionale è stato indicato dai parlamentari di Alternativa c'è come prossimo capo dello Stato. Critico di Draghi e del pensiero neoliberlista, vorrebbe emettere in Italia una moneta di Stato

Colle, gli ex grillini puntano sull'uomo della "moneta parallela"

Mentre il Movimento 5 Stelle si spacca sulla linea dettata da Giuseppe Conte, gli ex grillini avanzano il loro candidato ufficiale. Si tratta del vicepresidente emerito della Corte Costituzionale, Paolo Maddalena.

Il giurista è stato scelto da una rosa di 13 nomi dagli ex parlamentari grillini che nel Gruppo Misto hanno fondato la componente "L'Alternativa c'è" (circa 40 tra deputati e senatori). Per i proponenti si tratta di "una figura di alto profilo morale e tecnico". Ai più, però, il nome di Maddalena dirà poco. Classe 1936, oltre ad aver ricoperto un ruolo di vertice nella Corte Costituzionale è magistrato (una carriera avviata nel 1971 alla Corte dei Conti) e docente universitario. Ma anche, in un certo senso, attivista. Ha appoggiato nel 2016 il movimento No Cav, che si opponeva alle cave di marmo di Carrara sulle Alpi Apuane, ed è presidente dell’associazione "Attuare la Costituzione", un'entità associativa che nella sua stessa definizione riporta di chiara di voler rappresentare "un fronte comune per ricostruire la Comunità, dal territorio; una forza popolare, apartitica e senza obiettivi elettorali".

In virtù della carica che ricopre, Maddalena si era schierato su posizioni molto critiche riguardo la gestione del dossier Alitalia da parte del governo Draghi, accusando l'esecutivo del premier di aver "violato la Costituzione", motivando così la sua critica: "Il Presidente di ITA Altavilla si è spinto a dire che lo sciopero proclamato dai dipendenti di Alitalia per il 15 ottobre sarebbe una 'vergogna nazionale', mentre la vergogna nazionale è il licenziamento e la conseguente perdita di ogni possibilità di assicurare a sé e alla propria famiglia una vita libera e dignitosa da parte di circa diecimila dipendenti Alitalia".

La critica al profilo di Draghi, in realtà, parte da più lontano. Da quando, cioè, accusava l'ex presidente della Bce di aver travisato gli insegnamenti del suo maestro, l'economista Federico Caffè, fautore del pensiero keynesiano. Un pensiero però secondo Maddalena sfociato in un "sistema economico patologico e predatorio di stampo neoliberista. E il sistema neoliberista vuole tutta la ricchezza concentrata nelle mani di pochi: autostrade, frequenze televisive, acqua, rotte aeree".

Una visione per certi versi statalista che trova conferma nella sua proposta dell'introduzione di una moneta parallela emessa dallo Stato. Maddalena ritiene che la valuta parallela debba contrastare la "creazione del danaro dal nulla". Secondo il giurista, siccome ad emettere valuta al momento sarebbero enti di diritto privato, come la Bce, "che è oggetto di proprietà delle banche centrali private dei singoli Stati europei", c'è la necessità di creare una moneta emessa direttamente dallo Stato anziché una "a debito".

Con questa soluzione, dalle vene vagamente assolutiste ("Mi limito a ricordare a Mario Draghi che il primo problema da affrontare è quello della creazione del denaro dal nulla, poiché chi crea denaro dal nulla è padrone del mondo"), secondo Maddalena si eviterebbe di trasferire sulle generazioni future il peso del debito pubblico, adottando una valuta con corso legale limitato all’ambito nazionale e con un valore in lire corrispondente al prestito ottenuto dall’Ue, mantenendo questo prestito come garanzia e restituendolo all’Europa dopo l’attuazione del Recovery plan.

Un'idea che si baserebbe sulla constatazione, che piacerà molto agli euro-critici, secondo cui nessuno vieta allo Stato di stampare moneta propria e che non esistono trattati che abbiano sottratto all’Italia la sovranità monetaria. Maddalena sostiene che non ci siano impedimenti a riguardo né nel trattato di Maastricht né nello statuto della Bce e che anzi la Costituzione (articoli 11 e 117) garantirebbe ancora la "potestà legislativa esclusiva dello Stato in tema di moneta e di finanza".

In realtà c'è l'articolo 3 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea secondo cui "l’Unione ha competenza esclusiva per quanto riguarda la politica monetaria per gli Stati membri la cui moneta è

l’euro". Insomma, gli ex grillini tirano fuori un jolly euroscettico e critico del pensiero neoliberale. Una sorta di anti-Draghi che possa incarnare meglio il programma "originario" del Movimento 5 Stelle.

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