“Sono ottimista e credo che altri colleghi fuoriusciti dal Movimento 5 stelle ci possano presto seguire per rinforzare i ranghi della nuova componente. Qualcuno potrebbe arrivare anche da chi ancora milita nel Movimento”. Alvise Maniero, deputato veneto ed ex sindaco di Mira eletto sotto le insegne pentastellate nel 2012, racconta a ilGiornale.it la nascita de “L’Alternativa c’è”; nuovo raggruppamento del Misto interamente animato da deputati espulsi dal gruppo parlamentare M5S per aver votato contro – o essersi astenuti – durante la votazione della mozione di fiducia per il governo guidato da Mario Draghi. Ne fanno parte i parlamentari Andrea Colletti, con il ruolo di rappresentante, Andrea Vallascas, Raffaele Trano, Pino Cabras, Alvise Maniero, Arianna Spessotto, Paolo Giuliodori, Emanuela Corda, Rosa Alba Testamento, Maria Laura Paxia, Francesco Sapia e Massimo Enrico Baroni.
Maniero spiega che la decisione è stata necessaria per poter incidere maggiormente sui lavori di Montecitorio: “Intendiamo influenzare con le nostre proposte e i nostri emendamenti i lavori della Camera. Potremo partecipare all’ufficio di presidenza e decidere come declinare al meglio la strategia per contrastare le politiche del governo Draghi e quelle della larghissima maggioranza che lo sostiene”. Sullo sfondo la guerra a distanza con le altre anime dell’opposizione: “Non sarebbe stato possibile lasciare la scena a Fratelli d’Italia. C’è bisogno di forza per evitare che il Paese cada vittima degli autori della famosa letterina all'Italia: testo che imponeva austerità e riforme sulla pelle dei cittadini. Non potevamo chiamarci fuori”. Il parlamentare veneto punta su una rapida crescita della componente: “Ci seguiranno in tanti. Le espulsioni sono state numerose e agiamo nel solco di alcune storiche battaglie del Movimento 5 stelle”. Maniero fuga poi le voci di un dialogo con l’Italia dei Valori: “Per quanto ci riguarda non stiamo dialogando con questo partito. Il Regolamento della Camera non ci impone di utilizzare nessun simbolo presente alle scorse elezioni. Credo che questo sia un tema che possa interessare chi vorrà costituire nuovi gruppi al Senato”.
Il sardo Pino Cabras, durissimo nel confronto con gli ex colleghi M5S e durante il dibattito sulla mozione di sfiducia, spiega quelle che saranno le priorità nell’azione politica: “Il nostro nome esprime la necessità di un’alternativa. Ci vogliamo opporre a un governo tecnico che riproporrà le ricetta che ci hanno regalato trent’anni di declino. Non ci vogliamo fermare alle Aule parlamentari ma intendiamo organizzare una riscossa popolare in tutto il Paese”.
Anche Andrea Vallascas, alla seconda legislatura e già capogruppo del M5S in commissione Attività produttive, punta a portare verso l’alto la qualità delle iniziative grazie alla costituzione di un’organizzazione più stabile: “Stiamo lavorando per diventare un gruppo parlamentare autonomo. In questo modo avremo modo di ridefinire la geografia all’interno delle Commissioni parlamentari e dei vari organi in cui il ruolo delle opposizioni è garantito”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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