Il Cnel si vendica e chiede i rimborsi spese congelati da Renzi

Il "consiglio nazionale dell'economia e del lavoro" ha presentato un'autoriforma in cui ridimensiona il numero dei consiglieri che però saranno pagati di più

Il Cnel si vendica e chiede i rimborsi spese congelati da Renzi

L'ex premier Matteo Renzi era certo della sua scomparsa tanto che, nella legge di Stabilità del 2015, aveva congelato l'indennità di carica e i rimborsi spese per i componenti del Cnel.

Ma il "consiglio nazionale dell'economia e del lavoro", istituito dall'art. 99 della Costituzione, è soppravvisuto grazie alla vittoria del No al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre e, dopo alcuni mesi di silenzio, ha preparato la sua vendetta.

Come scrive il Corriere della Sera, il presidente Delio Napoleone e il vice presidente Gian Paolo Gualaccini hanno preparato una sorta di autoriforma già presentata in Parlamento. Si tratta di sole quattro righe, necessarie a cancellare le altrettante poche righe contenute nella legge di Stabilità del 2015, fatta dall'ex presidente del consiglio Matteo Renzi, per far riavere ai componenti del Cnel l'indennità di carica e i rimborsi spese, congelati dall'allora premier, convinto della immediata soppressione dell'organo di consulenza.

L'autoriforma del Cnel

I consiglieri semplici avrebbero un'indennità da 25mila euro lordi l'anno. I vice presidenti di 42mila euro, mentre al presidente andrebbero circa 215mila euro.

Napoleone e Gualaccini premono affinché l'autoriforma passi e, se da una parte il numero dei consiglieri verrebbe diminuito da 65 a 40, dall'altra raddoppierebbe quello dei vice presidenti, da due a quattro. Anche i poteri verrebbero rafforzati: il nuovo Cnel esaminerebbe tutti i provvedimenti in tema economico e sociale con parere obbligatorio ma non vincolante.

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