Mario Pardini, manager di 49 anni, è il candidato civico che ha riportato il centrodestra al governo di Lucca dopo dieci anni di governo del Pd. Il ballottaggio si chiude con una vittoria al fotofinish sul candidato di centrosinistra Francesco Raspini.
Sindaco Pardini, si aspettava di vincere?
«Sinceramente negli ultimi giorni il clima era talmente positivo che mi aspettavo un risultato importante. Anche se sapevo che sarebbe stata una partita molto aperta perché l'avversario era comunque molto forte».
Lucca è l'unico capoluogo che, in questo turno di ballottaggio, il centrodestra è riuscito a strappare al Pd. Perché secondo lei?
«Siamo riusciti fin dall'inizio a unire tutto il centrodestra, a presentare un programma che coniugasse tradizione e innovazione e poi con gli apparentamenti abbiamo allargato la compagine a ulteriori forze civiche di destra e di centro».
Com'è riuscito a mobilitare l'elettorato di centrodestra che, tradizionalmente, al secondo turno, tende a restare a casa?
«Nell'ultima settimana di ballottaggio c'è stato un crescendo di entusiasmo nella città intorno alla mia candidatura, i cittadini, soprattutto quelli di centrodestra, hanno capito che si poteva davvero cambiare e vincere questa difficile partita. Questo però non mi soddisfa perché l'affluenza è molto bassa e il mio scopo è riportare fra cinque anni più elettori al voto, dimostrando di rimettere le esigenze del cittadino al centro della comunità politica».
Com'è riuscito a tenere il centrodestra unito?
«Grazie al lavoro di tutti i coordinatori e deputati territoriali. È stato un lavoro di squadra che ci ha premiato».
Ci sono state molte polemiche sull'apparentamento con Fabio Barsanti. Lei come risponde?
«Barsanti è stato un consigliere molto stimato e apprezzato per il suo lavoro e dedizione al territorio che ha ricevuto complimenti anche da molti lucchesi di sinistra. Alcune sue mozioni sono state addirittura approvate all'unanimità, è un ragazzo sveglio e preparato, che ha a cuore il governo della città e l'unità del centrodestra locale. L'allargamento della coalizione non fa tuttavia venire meno l'impostazione liberale che guiderà il mio percorso come sindaco.
Ha già ricevuto delle telefonate dai leader nazionali? Cosa le hanno detto?
«Sì, mi sono sentito con tutti i leader nazionali che si sono complimentati per la storica impresa in un turno in cui il centrodestra non è andato bene nel resto d'Italia».
A livello nazionale, cos'hanno da insegnare le vittorie di esponenti civici come lei al centrodestra?
«Il civismo deve essere parte integrante del progetto di rilancio del centrodestra a livello nazionale, tuttavia è necessario che Forza Italia-Udc, Fratelli d'Italia e Lega mettano da parte le loro divisioni interne e si ricompattino perché c'è un elettorato che ha bisogno di risposte e certezze».
E qual è, sempre a livello nazionale, il contributo che voi sindaci potete dare al
centrodestra?«Sarebbe bello creare una primavera dei sindaci di centrodestra, capaci di esprimere a livello territoriale un'azione amministrativa di buon governo che sia poi di esempio e stimolo per il governo nazionale».
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