«Sono rinata», dice la mamma alla notizia che sua figlia, Cecilia Sala, è stata liberata dal carcere di Evin, in Iran, dove è stata detenuta in isolamento per 21 giorni. Dopo l'attesa ansiosa e la compostezza dimostrata nei giorni più duri, quando della giornalista del Foglio e Chora Media si avevano pochissime notizie e appena qualche telefonata controllata dalle autorità iraniane, la famiglia di Cecilia torna finalmente a sorridere. La giornalista ha chiamato la madre prima di decollare da Teheran, destinazione Ciampino, racconta Elisabetta Vernoni: «Mamma sto bene, sto tornando. Ti voglio bene», le ha detto. «Era la voce di Ceci di sempre. Diversa da quella che avevo sentito quando ha chiamato dal carcere», riferisce la madre. Il giorno prima, aggiunge mamma Elisabetta, un pizzico di ottimismo aveva cominciato a prendere piede, tanto che i familiari avevano deciso di non preparare il pacco per la giornalista. «Ci basavano solo su sensazioni, ma erano forti», spiega la madre: «Con Daniele (Raineri, il compagno di Cecilia, ndr) eravamo in casa insieme e ho detto: siamo sotto i ferri, non più in terapia. Io sento questo». Ieri la conferma del suo buon presentimento è arrivata direttamente dalla premier Giorgia Meloni sul telefono di mamma Elisabetta.
Al padre di Cecilia, invece, che ha raccontato al Tg1 di aver pianto quando ha saputo del ritorno di sua figlia, avvenuto ieri alle 16.15 a Roma, la giornalista si è rivolta per consolarlo: «Mi ha detto: papà, non piangere, è finito un incubo che è durato tantissimo tempo», riferisce Renato Sala. Un concetto ribadito all'arrivo in Italia: «Finalmente questa parentesi si è chiusa», ha ribadito Cecilia. Prima di abbracciarla all'aeroporto di Ciampino, il padre aveva anticipato: «Le dirò che sono orgoglioso, che è stata una donna forte». Poi le parole di elogio a Giorgia Meloni: «A proposito di donne forti, sicuramente il riferimento è a una presidente del Consiglio che è riuscita a mantenere una lucidità, una proattività che io giudico straordinaria - sottolinea il padre di Cecilia - L'incubo è stato indubbiamente alleviato dalla vicinanza del Paese». E anche dal «conforto di un'informazione, pur tutelata ma diretta e immediata» con il ministro Tajani che - racconta papà Sala - ha abitato per 12 anni a due passi da casa sua: «Una frequentazione trasformata in un'amicizia».
Il lieto fine è stato raggiunto grazie a un lavoro diplomatico e di intelligence, sottolineato anche dal compagno e giornalista del Post, Daniele Raineri, pure lui reporter di prima linea da poco rientrato dalla Siria. Raineri riesce a far trapelare, prima dell'atterraggio, come Cecilia abbia vissuto le ore precedenti al suo arrivo in Italia: «Era emozionata e contentissima», riferisce il compagno, prima di riabbracciarla a Ciampino. L'entusiasmo e la soddisfazione per un lavoro portato a compimento in tempi brevi e senza intoppi da parte delle autorità italiane, nonostante i rischi e le difficoltà, Raineri lo aveva espresso al massimo su Instagram nel dare l'annuncio della liberazione e del ritorno a casa di Cecilia con un video del gol di Fabio Grosso ai Mondiali 2006 e un testo di orgoglio e gratitudine, «Cecilia è libera. Un gran lavoro italiano. Grazie a tutti», ha scritto Raineri.
Dopo l'abbraccio sulla pista, il compagno di Cecilia ha sottolineato che in questa storie sono due le protagoniste: «Una è Cecilia Sala e l'altra è Giorgia Meloni». Sulle condizioni della reporter italiana: «L'ho trovata bene ma provata e stanca - spiega Raineri - È la solita Cecilia ma stanca. Sono stato felicissimo di averla vista arrivare».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.