"Senza la fiducia dell'intera maggioranza non è possibile governare". Il premier Giuseppe Conte non ne può più e lo va ripetendo senza sosta. Stufo ormai degli ultimatum e delle minacce che continuano ad arrivare da Italia Viva. L'ultimo avvertimento si è palesato ieri pomeriggio, quando il renziano Ettore Rosato in tv non ha usato mezzi termini per fotografare la situazione giallorossa: "A oggi non c’è più la fiducia tra la maggioranza e il premier. La fiducia l'ha sciupata. La fiducia non c’è più non solo con noi, noi diciamo cose che dicono tanti altri partner di maggioranza". Parole che hanno innescato una rissa furibonda all'interno dell'esecutivo.
L'avvocato è rimasto sorpreso dai toni utilizzati dal vicepresidente della Camera, visto che solamente pochi giorni fa è avvenuto il tanto atteso faccia a faccia a Palazzo Chigi. L'incontro era stato definito "franco e cordiale", anche in virtù dei temi anticipati dalla lettera che Matteo Renzi ha inviato al presidente del Consiglio per ottenere il sì al Mes e all'affidamento della delega sui servizi segreti a una persona che non sia lo stesso Conte. Così, dopo la sfuriata di Rosato, sono stati immediatamente contattati i capidelegazione delle forze di maggioranza per capire cosa stesse succedendo. La pazienza del premier sta per terminare: il tatticismo esasperato di Renzi potrebbe trasformarsi in un gioco al massacro che finirebbe per indebolirlo ulteriormente.
La sfida in Parlamento
L'edizione odierna de La Stampa racconta che poche volte hanno sentito il capo del governo così deciso: "Ho già detto e ribadito che senza fiducia non si può governare. Ma la fiducia la dà e la toglie il Parlamento". Conte è convinto che Renzi lo stia sottovalutando: tra le intenzioni vi è quella di concedere qualche contentino a Italia Viva, ma contemporaneamente vorrebbe testare in Aula la fiducia nei suoi confronti. Forte del fatto che alcuni sondaggi lo danno in crescita. "I cittadini non comprendono quello che sta avvenendo tra i partiti", sostengono da Palazzo Chigi. Quindi paradossalemente potrebbe uscire rafforzato dallo scontro.
L'ipotesi del rimpasto resta sul tavolo, ma il presidente del Consiglio invita nuovamente i partiti a farsi avanti e a metterci la faccia qualora lo volessero realmente: "Se i partiti vogliono cambiare un ministro dei loro, lo cambiassero. Basta dirlo".
Nel Partito democatico iniziano a tremare per l'ombra di una crisi che potrebbe far crollare i giallorossi: "Ora abbiamo aperto la gabbia al leone". I dem spingerebbero per il ritorno alle urne se il governo non riuscisse a restare in piedi nei prossimi giorni. Pare che ormai la situazione sia sfuggita completamente di mano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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