Conte la spunta e detta legge: pace a Putin, Bibi in manette

Nonostante i flop elettorali il capo dei 5 Stelle vince il braccio di ferro interno. Ma imbarazza il Pd: "Vittoria di Kiev? Follia. Governo Netanyahu criminale"

Conte la spunta e detta legge: pace a Putin, Bibi in manette
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Nemmeno il tempo di vincere la corsa interna contro Beppe Grillo, che Giuseppe Conte si fa subito sotto contro il Pd. «Essere progressisti non significa disquisire nei salotti buoni, ma proteggere i diritti e promuovere altri diritti», commenta così Conte il risultato della votazione sulle alleanze, che ha deciso di definire i pentastellati come «progressisti indipendenti». «Essere progressisti significa sporcarsi le mani, combattere l'insicurezza in cui si sentono precipitate le persone e offrire rimedi per le loro paure senza alimentarle», insiste. E sembra chiamare Elly Schlein, segretaria del Pd, pur senza nominarla. Ma Conte piccona anche sull'Ucraina. «Se l'obiettivo dei nostri governanti è la sconfitta militare della Russia dobbiamo dire che è una follia, senza essere accusati di essere putiniani», affonda il colpo, dopo avere ascoltato la leader del partito Bsw tedesco, definito rossobruno' da molti analisti, Sahra Wagenknecht, ospite della kermesse in collegamento, che pure aveva accusato la Nato di essere «corresponsabile della guerra». Ma Conte picchia duro anche su Israele, aggredito da Hamas il 7 ottobre del 2023. «Dobbiamo dirci con forza che questo governo di Netanyahu è un governo criminale che deve rispondere delle sue condotte criminali, non per questo dobbiamo essere definiti antisemiti», urla il presidente del M5s dal palco, coperto dal boato degli attivisti entusiasti per le sue parole. Insomma, Conte dalla kermesse stellata vuole arrestare il premier israeliano, oggetto di un mandato da parte della Corte Penale Internazionale, dunque farla finita con gli aiuti a Volodymyr Zelensky, presidente dell'Ucraina. Manette a Bibi, pace a Putin.

Concetti ribaditi anche dalla sua ospite, Wagenknecht. «Combattiamo il modo criminale della guerra di Netanyahu e per questo siamo diffamati come antisemiti. Sull'immigrazione siamo accusati di razzismo se diciamo che ci sono dei limiti all'accoglienza», spiega la leader di Bsw, partito di sinistra radicale nato da una costola degli ultra-progressisti della Die Linke. Una formazione che, dopo le elezioni europee, era in predicato di dare vita a un gruppo «pacifista» a Bruxelles insieme agli eletti dei Cinque Stelle. Poi non se ne fece nulla perché l'alleanza non riuscì ad arrivare al numero minimo consentito per formare un gruppo, ma il legame con i tedeschi resta. Tanto che i due leader - Conte e Wagenknecht - si danno appuntamento per un incontro di persona. «Sarei molto contenta se potessimo rimanere in contatto, potrei incontrare il vostro presidente a Berlino, mi piacerebbe molto», dice il capo del Bsw. «Grazie Sahra del tuo contributo, ci vedremo presto a Berlino e ovviamente anche a Roma, in tutti i luoghi in cui creeremo spazi anche per forze politiche che sono fuori dal coro e dal sistema dell'establishment e non sono disponibili a fare da vassalli a nessuno», accoglie l'invito il leader pentastellato, finalmente libero dalla presenza ingombrante di Grillo. «È necessario essere una forza politica irradiante, travolgente, coinvolgente con tutte le altre forze politiche, perché si affermi la centralità dell'Europa, un progetto politico dell'Europa che non può essere quello di cui hanno discusso a Varsavia i paesi del formato Weimar dove hanno solo di un piano di eurobond per mandare nuovi carri armati in Ucraina. Abbiamo bisogno di un piano di eurobond per gestire la transizione energetica, per difendere la coesione delle imprese e dei cittadini in sofferenza», va ancora all'attacco Conte, legittimato internamente dalla vittoria politica all'assemblea del M5s contro Grillo.

Ed è proprio l'ambigua definizione di «progressista indipendente», vincitrice nella consultazione con gli iscritti per

quanto riguarda il capitolo delle alleanze, a dare a Conte mani libere nella gestione del campo largo con il Pd. L'obiettivo è segnato: differenziarsi dai dem radicalizzandosi a sinistra. A partire dalla politica estera.

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