Da Letta a Renzi, passando per Capalbio. Sabato sera, all'ultima tappa della presentazione del libro del segretario Pd, che ha sfidato la sinistra radical chic sul ring di casa, c'era anche Giulio Napolitano. Il figlio primogenito dell'ex presidente della Repubblica Giorgio, professore ordinario di diritto amministrativo a Roma Tre, negli anni ha fatto parte di numerose fondazioni legate alla vecchia classe dirigente della sinistra. Che si sia convertito al renzismo sulla via di Capalbio? Questo non è dato saperlo. È però certo che, dopo la presentazione, Napolitano junior si è aggregato alla combriccola che ha trascorso la serata a cena con il numero uno dem.
Stupisce l'avvicinamento al gruppo renziano da parte del quarantottenne professore Ordinario in servizio nell'ateneo considerato vicino ai vecchi Ds. L'università di Roma Tre è stata retta fino al 2013 da Guido Fabiani, sposato con la sorella di Clio, madre di Giulio. Oggi Fabiani è assessore regionale alle Attività produttive nel Lazio, con Zingaretti. Giulio Napolitano ha sempre ricoperto incarichi di prestigio nei think tank che facevano capo a Romano Prodi, Enrico Letta e all'ex mentore di quest'ultimo, Beniamino Andreatta. Una galassia nella quale figurano sempre gli stessi nomi. E spesso si tratta di persone che oggi vedono Renzi come fumo negli occhi. Partito consulente legale della giunta Veltroni a Roma nel 2003, oggi l'incarico più prestigioso del giovane Napolitano è quello di presidente dell'Irpa, l'istituto di ricerche sulla pubblica amministrazione. Nel comitato scientifico siedono assieme a lui Bernardo Mattarella, figlio del presidente della Repubblica Sergio, e Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta e amico storico dell'ex re Giorgio.
Nel 2007 Nomisma, società di consulenza tenuta a battesimo da Prodi, include Napolitano junior nel suo nuovo comitato scientifico. Con lui c'era Filippo Andreatta, figlio di Beniamino, economista come il padre e vicepresidente della fondazione Arel. Altro giro, altra corsa. Il segretario generale di Arel è Enrico Letta, del quale il rampollo di casa Napolitano è stato per anni consulente giuridico, ai tempi in cui era sottosegretario alla presidenza del Consiglio sotto il governo Prodi. In Arel avvenne il primo abboccamento con il mondo renziano. All'epoca anche Marianna Madia, oggi ministra della Pubblica amministrazione e fedelissima dell'ex sindaco di Firenze, gravitava attorno al pianeta Letta. Madia e Giulio Napolitano furono più volte visti in tribuna allo stadio Olimpico, a seguire le partite della Lazio. Anche dallo sport, il professore di Amministrativo ha ricavato qualche incarico. Gianni Malagò - in ottimi rapporti con Renzi - ha affidato all'erede dell'ex capo dello Stato la riforma della giustizia sportiva.
Napolitano junior e la Madia si recavano volentieri anche a Capalbio. La località balneare toscana covo della vecchia sinistra, dalla quale Matteo Renzi è riuscito a portare a casa la pelle, sembra essere un luogo del destino. La Mecca dei lettiani orfani e alla ricerca di un nuovo messia.
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