Golden power, minacce interne ed esterne, difesa degli interessi strategici italiani, con un occhio di riguardo all'industria automobilistica, ma anche un ammonimento alle «relazioni pericolose» tra politica e intelligence. Tutto nella relazione annuale del Copasir, che racconta in 120 pagine i suoi ultimi 13 mesi di attività. Con l'auspicio, ha spiegato il presidente del Copasir Adolfo Urso (Fdi), che il documento del Comitato dia vita, in Parlamento, a «una discussione di valore sul tema della sicurezza nazionale nelle sue varie declinazioni». Perché finora, nonostante le «analisi e valutazioni di indubbio rilievo» sottoposte al Parlamento in passato dal Comitato, «in nessun caso» c'è mai stato «un seguito effettivo davanti alle Camere».
Ed ecco che i componenti del Copasir snocciolano i frutti del lavoro a San Macuto. A cominciare dalla «intelligence economica», la «protezione di interessi economici strategici e cruciali», fondamentale, ricorda Urso, per una visione «moderna e incisiva della cultura della sicurezza». Come pure la raccomandazione di rafforzare il golden power, la possibilità per il governo di porre «veto o assenso condizionato a operazioni d'acquisto e delibere societarie di aziende in settori strategici predeterminati», ricordando che, tra 2012 e 2020, ci sono stati solo tre veti.
Quanto alle minacce, per la relazione sia l'anarco-insurrezionalismo che la destra radicale hanno cavalcato il malcontento da Covid, per le sue ricadute sui lavoratori o per l'opposizione a restrizioni e imposizioni, tra no green pass, no vax e no mask. Il tutto con l'aiuto delle reti dei social network, che il Copasir definisce «incubatrici del malcontento e del ribellismo», capaci di veicolare «vere e proprie campagne d'odio». Attenzione anche agli interessi della criminalità organizzata sulle «ingenti risorse finanziarie messe a disposizione dal Pnrr per sostenere la crescita dell'economia», con mafia&co. concentrate sui settori delle «energie alternative e per il ciclo dei rifiuti, negli ambiti connessi alle infrastrutture e all'edilizia», o sfruttando società in crisi per la pandemia. Sul fronte estero, oltre ai flussi migratori in crescita e al caso Afghanistan, si rimarca il bisogno di difendere gli interessi strategici italiani dalle mire economiche della Cina e da quelle «informative» della Russia, che punta soprattutto «all'acquisizione di informazioni di carattere politico-strategico, tecnologico e militare». In questo quadro, occhio all'Ucrania, al centro di una potenziale «guerra fredda del gas».
Ma i rischi arrivano anche dall'interno dell'Ue. E così, suggerisce il Copasir, per «preservare gli interessi nazionali nell'industria automobilistica», va valutato l'ingresso di Cassa depositi e prestiti nel gruppo Stellantis, per «favorire un ribilanciamento di pesi» tra i francesi di Psa e la Fiat, e si invitano le Camere a prevedere, al momento della ratifica del trattato del Quirinale tra Italia e Francia, «un'adeguata tutela degli asset strategici in ambito finanziario e industriale», spesso oggetto di mire transalpine.
E la relazione tratta anche il tema dei rapporti tra politica e intelligence, e suggerisce una disciplina dei regimi di incompatibilità per chi ha ricoperto incarichi di vertice nei servizi di sicurezza.
Un caso rispolverato anche per la «candidatura» al Colle del capo del Dis Elisabetta Belloni, poi chiuso dal Sottosegretario di Stato con delega all'intelligence Franco Gabrielli, che ha definito la Belloni «vittima» della vicenda.
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