Corsa globale agli aiuti. Già partita la missione della task force italiana: "72 ore per salvare vite"

Mobilitazione di 45 Paesi. Da Pratica di Mare decollati pompieri, tecnici e medici. Tajani: "Massima solidarietà". Israele soccorre la Siria con cui è in guerra. Si muove anche Zelensky

Corsa globale agli aiuti. Già partita la missione della task force italiana: "72 ore per salvare vite"

«Cercheremo di salvare più vite possibili. Sotto le strutture di cemento si possono creare intercapedini che possono dare ossigeno e speranza anche per più di 72 ore. Ma non si possono salvare tutti. E dopo ogni missione si riparte con un senso di dolore nell'anima che è difficile scrollarsi di dosso». È un vigile del fuoco italiano in partenza per la Turchia che parla. Racconta a nome di tutta la «Usar», la task force addestrata per la ricerca di dispersi sotto le macerie. Sono in tutto una cinquantina di uomini e provengono dai campi di formazione di Toscana e Lazio. E in questa missione, per la prima volta, verranno affiancati da una decina di sanitari tra infermieri e medici. Oltre a 12 tonnellate di materiale di supporto, indispensabili per l'opera di ricerca dei superstiti.

Destinazione finale: Turchia. Come conferma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «La Turchia ha accettato l'aiuto del team di ricerca e soccorso italiano dei vigili del fuoco- scrive su Twitter - Alle 14.15 è partita la squadra di ricognizione della nostra Protezione civile. A breve partirà anche quella operativa di soccorso. L'Italia si contraddistingue sempre per la sua solidarietà». Anche il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi interviene pensando ai nostri ricorrenti terremoti e all'ultima alluvione di Ischia: «Noi italiani sappiamo bene cosa vuol dire vivere drammi di questo tipo quindi ci predisponiamo per il meglio per essere partecipi di ogni aiuto». Ma la nostra non è la sola nazione a rimboccarsi le maniche. Il mondo intero si è mobilitato. Ben 45 diversi Paesi al di fuori della Nato e della Ue. Aiuti anche dal presidente ucraino Zelensky. Il Meccanismo europeo di protezione civile si è subito attivato e ha richiesto assistenza urgente per la ricerca e il soccorso urbano. La Commissione europea fa sapere che «le squadre di ricerca e soccorso urbano sono state rapidamente mobilitate da Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Polonia e Romania per supportare i primi soccorritori sul campo». Al momento la priorità è cercare e soccorrere i dispersi e i feriti, subito dopo saranno le autorità a indicare le priorità e le necessità. Anche l'Algeria ha inviato una squadra di 89 soccorritori. Israele, oltre alla Turchia, aiuterà anche la Siria (Paese con il quale è in guerra) dopo il violento terremoto. E squadre di soccorritori russe sono partite per la città siriana di Aleppo e per le altre zone della Siria nord-occidentale. Il Regno Unito sta inviando «aiuti immediati» alla Turchia, tra cui una squadra di 76 soccorritori, attrezzature e cani.

Dall'Italia, il team degli specialisti ha già chiuso le valigie a Pisa. Già nel tardo pomeriggio, il primo gruppo di soccorritori esperti è partito con un Caccia 130 con destinazione Roma. All'aeroporto di Pratica di Mare li aspetta un secondo gruppo di esperti soccorritori della regione Lazio, una decina di tecnici della Protezione civile, i sanitari. Tutto il gruppo dovrebbe partire, probabilmente, all'alba di oggi. Quando atterreranno nei luoghi terremotati li aspetterà solo desolazione, disperazione, freddo gelido e macerie. I nostri volontari si ciberanno di alimenti liofilizzati, o già pronti all'uso. La cosiddetta razione K. Useranno tende da campo come quartier generale e si metteranno al lavoro usando gli strumenti del mestiere: motoseghe, gruppi da taglio, divaricatori, geofoni per capitare i rumori che si fanno largo tra le fessure dei palazzi sgretolati dalla furia del terremoto.

La missione non può durare più di una settimana. Subentra allo sfinimento fisico anche quello psichico.

Non a caso questi vigili del fuoco, dopo ogni missione, sono supportati da un'assistenza psicologica «tra pari», fornita cioè da altri colleghi che sanno capire meglio di tutti gli altri i tormenti scatenati da scenari di devastazione.

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