Corte dei conti boccia Roma: la corruzione vale 1,3 miliardi

Appalti, i giudici contabili fanno a pezzi Marino: troppe opere ferme Scandalo Affittopoli, ora spuntano canoni da 22 centesimi al mese

RomaLa capitale è infetta. Con la corruzione che dilaga fino ad assumere le sembianze di un «morbo pernicioso», con la mafia infiltrata nell'amministrazione pubblica che fa affari direttamente con i politici, con opere cominciate e mai realizzate. La Corte dei Conti non fa sconti a quella che ormai si fa fatica a chiamare la Città Eterna.

La fotografia della capitale scattata dal procuratore generale Raffaele De Dominicis durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario della magistratura contabile del Lazio è devastante per l'immagine di Roma. Qui i giudici contabili indagano praticamente su tutto. Anche sul Luna Park e sull'Acquario, dove i fondi sono privati e quindi non c'è dissipazione di fondi pubblici ma un danno che deriva da un'area pubblica - il laghetto dell'Eur - trasformata in un cantiere a metà che la rendono non fruibile da anni. Ci sono istruttorie aperte sui lavori infinti della metro C, sulla nuvola di Fuksas, sull'Atac (con un danno presunto per le assunzioni illegittime di oltre 15 milioni di euro), sull'Ama, sugli appalti e le cooperative di Mafia Capitale. De Dominicis definisce Roma «il cimitero delle opere incompiute». «Dietro la farraginosità e la doppiezza dei procedimenti amministrativi - sostiene - si trova l'acqua di coltura per illiceità di ogni tipo». La corruzione regna sovrana, nel pubblico ma anche tra privati. Avrebbe un'estensione vasta e sistemica a Roma e nel Lazio, dove raggiungerebbe un valore presunto «da capogiro» di circa 1,3 miliardi di euro. «C'è un dedalo infernale di disposizioni e sottodisposizioni che costituiscono il brodo di coltura della corruzione», sostiene il procuratore. Ivan De Musso, presidente della sezione giurisdizionale per la Regione Lazio, si sofferma invece sull'«“indifferenza etica” con la quale si esercitano le funzioni pubbliche». Il settore degli appalti è una giungla dove si rilasciano permessi per costruire senza il parere della sovrintendenza e dove si cominciano i lavori su aree a rischio archeologico senza assicurarsi preventivamente lo stato dei luoghi. Roma è la città dell'opera incompiuta più costosa d'Europa, la metro C. Se n'è cominciato a parlare nel 1990, i lavori sono cominciati nel 2001 e non si sa se saranno ultimati per il 2025. Mentre i costi rispetto alle stime iniziali sono lievitati a dismisura. La Corte ha aperto diversi filoni di indagine su questo scempio ed è pronta ad inviare gli inviti a dedurre per costringere i responsabili a mettere mano al portafoglio. È ancora in fase istruttoria, invece, l'inchiesta sui costi di un'altra opera incompiuta, la nuvola di Fuksas, per stabilire i quali servirà una perizia, e sulla parcella ritenuta eccessiva del suo famoso architetto. Ma un gran da fare ai magistrati contabili lo sta dando Mafia Capitale, «ultimo capitolo della questione morale». Le inchieste sono sei, tre sugli appalti, tra cui anche quello per la gestione dei campi nomadi, le altre sulle cooperative coinvolte.

Sul tavolo dei magistrati contabili c'è da poco anche il fascicolo sull'Affittopoli del Comune di Roma. Uno scandalo di case, negozi e uffici lasciati occupare da inquilini, spesso anche senza titolo, per pochi spicci al mese.

Nell'ultimo elenco ottenuto dal capogruppo della lista Marchini in Campidoglio Alessandro Onorato ci sono nuovi casi eclatanti, come uno stabilimento balnerare di Ostia a 7,08 euro al mese, la sede di un partito a 12,91 euro al mese o un supermarket di prodotti africani a 0,22 centesimi al mese. Neanche il costo del bollettino.

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