Così non muore "Italiano" campione delle piste salvato grazie ai social

Una colletta lanciata da una romena ha restituito il cavallo al vecchio proprietario

Così non muore "Italiano" campione delle piste salvato grazie ai social

Che andare in pensione non sia più sinonimo di agognato riposo, che la pensione sia un privilegio sempre più elitario, tardivo, forse addirittura un miraggio, non è novità. Ma che per un campione come lui la pensione dovesse essere un tale incubo, non era previsto. Almeno non quando lui, fiorente e bellissimo cavallo nero, nel 2010 aveva vinto il Gran Premio Lotteria di trotto.

«Italiano», questo il suo nome, aveva sbaragliato i favoriti e si era conquistato gli onori delle cronache; meno agevolato dei competitor in fatto di dinastia («Italiano» aveva messo k.o. anche un trottatore figlio del campionissimo Varenne), ma allevato con grande amore. L'amore che oggi potrebbe averlo salvato dal macello: ecco la pensione che attende anche i cavalli più abili, belli e popolari, se non sono nati sotto una buona stella. I goleador a quattro zampe che fanno sognare, ma invecchiano in solitudine, le grandi star che muoiono lontane dai riflettori e dai cuori che hanno fatto palpitare.

Oggi quattordicenne, «Italiano» era stato venduto dal suo proprietario Tonino Ucci lo scorso anno, a giugno, «a una persona che lo aveva fortemente desiderato». Ucci era stato costretto a chiudere la sua scuderia a dispetto dei successi nel 2016, ma precisa «non mi sono mai disfatto di uno dei miei cavalli se non svendendolo o regalandolo. Italiano era molto conteso, comprensibilmente, e alla fine mi sono convinto a venderlo a un signore che fortemente lo corteggiava e sembrava autenticamente interessato. E che difatti, a quel vedo oggi, lo ha tenuto in buone condizioni. Si badi che era stato venduto a lui non certo per l'offerta economica, che tanto non avrebbe mai salvato la scuderia: io ho premiato solo un interesse che sembrava sincero, quasi affettivo».

Il problema, però, è che sui blog, che gli appassionati frequentano e nutrono quotidianamente, era rimbalzata la notizia che «Italiano» stesse per subire un destino terribile: se non fosse rientrato nelle mani giuste, al più presto, sarebbe stato indirizzato al macello. È così che una giovane ragazza rumena racconta Ucci ha preso sui social l'iniziativa di aprire una sottoscrizione per raggiungere una cifra consona al riacquisto del nobile destriero. Riacquisto avvenuto, con successo: Tonino Ucci ha di nuovo il suo cavallo. «Il mio campione racconta commosso . Un cavallo buono, unico. Ancora perfettamente in grado di trottare anche se anziano. Un cavallo destinato di nuovo a far parlare di sé». Prossimo passo, dedicare le sfilate di «Italiano» alla beneficenza. «Vorrei che la somma raccolta fosse devoluta a scopi nobili spiega ancora Ucci - . L'ideale per me sarebbe l'ospedale Bambin Gesù, oppure qualche progetto di recupero dei cavalli a fine carriera». Quelli che rischiano di morire perché non più utili ai fasti delle platee dell'ippica, quelli che non possono più competere, e che magari sono tenuti in pessime condizioni nel loro rassegnato destino. Oggi «Italiano», sottratto a questa sorte (anche se in effetti non risulta affatto che fosse in cattive condizioni) vive ad Ardea, alle porte di Roma: smantellata la scuderia, Ucci mantiene ancora qualche cavallo.

Quarantotto anni, aveva acquistato il suo «Italiano» tredici anni fa con la scuderia Ucci Riccitelli di Roma. «Lo presi a Parigi, aveva solo tre anni. Il prossimo 20 giugno per me sarebbe stato un anno senza di lui... Ma per fortuna, invece, non siamo arrivati a questo anniversario».

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