Il Covid cancella 30 anni di turismo. E manca un progetto per ripartire

Il settore ha chiuso il 2020 con 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenze in meno. E il Recovery resta un miraggio

Il Covid cancella 30 anni di turismo. E manca un progetto per ripartire

È il crollo del turismo. Il Covid riporta le lancette ai dati di 30 anni fa: 78 milioni di arrivi e 240 milioni di presenze turistiche in meno nel 2020. «Va aggiunta l'ulteriore perdita dei circa 36 milioni di italiani che non sono andati all'estero. Le lancette dell'orologio del turismo sono tornate indietro di 30 anni», avverte Luca Patanè, presidente di Confturismo di Confcommercio.

«Eppure - ricorda - non solo nella legge di Bilancio 2021 per il turismo c'è ben poco ma ad oggi non abbiamo visto neanche un progetto vero e proprio per il settore nella pianificazione per accedere al Recovery Fund, Confturismo-Confcommercio ha presentato da tempo proposte a tutti i livelli ma, concretamente, non è accaduto nulla, neanche la più volte annunciata apertura del tavolo per aggiornare il Piano strategico del turismo, fermo al 2017. È ora di consultarci, di considerare le nostre proposte, di investire sulle nostre imprese, altrimenti sarà il Paese, non solo il nostro settore, a pagarne pesantissime conseguenze».

Secondo le rilevazioni dell'associazione anche se la voglia di vacanza sta tornando tra gli italiani, di ferie vere e proprie se ne parlerà a luglio. Pochissimo si muove nel breve termine: «Entro fine febbraio, con un intervistato su quattro che prevede di concedersi una pausa di massimo tre giorni in Italia. Un'idea, più che un vero e proprio programma di vacanza, visto che, fra questi, il 72% non ha ancora scelto la destinazione né tanto meno prenotato, e la stragrande maggioranza delle preferenze si indirizzano verso seconde case di proprietà o di amici. Insomma, non è turismo».

Sulla lunga scadenza «gli italiani sembrano puntare a una vacanza di 3/7 giorni tra giugno e luglio, nel 28% dei casi, e di oltre 7 giorni tra luglio e settembre, per uno su due».

Pandemia del Covid permettendo, l'ossigeno dovrebbe arrivare soprattutto al comparto interno: «Sono le località di mare italiane ad attrarre di più mentre per quelle più brevi le città d'arte - soprattutto di Toscana, Lazio ed Emilia Romagna - scelte dal 17% degli intervistati, tornano finalmente a competere con la montagna: un guizzo di positività per la tipologia di destinazione più duramente colpita dalla crisi».

Un italiano su 4 fa previsioni per vacanze quasi esclusivamente in Europa, con la Grecia che si conferma fortemente attrattiva, mentre «il ritorno alla mente degli italiani di destinazioni del medio-lungo raggio, come il Mar Rosso, gli Stati Uniti e tutta l'area

caraibica, a partire da Cuba e Santo Domingo, anche se riguarda solo sei intervistati su cento, lo prendiamo come un buon auspicio per il nostro sistema del turismo organizzato: non può valere nulla di più, almeno per ora».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica