"Mi manca la voce di Bellanova" La reazione di Conte nel Cdm

Per il Corriere sarebbero molti gli esponenti politici contattati da Conte nelle ultime ore. Obiettivo del premier è arrivare in Senato con una buona pattuglia di "costruttori"

"Mi manca la voce di Bellanova" La reazione di Conte nel Cdm

Al di là delle smentite del caso sembra proprio che Giuseppe Conte sia a lavoro per prepararsi in vista della sfida al Senato da cui dipende il destino del governo. Il premier sarebbe a caccia degli ormai famosi "costruttori", coloro che un tempo sarebbero stati chiamati "transfughi", per consolidare la maggioranza che lo sostiene. Racconta il Corriere della Sera che Conte in queste ore appare deciso e sereno, tanto che nel secondo Consiglio dei ministri senza Italia viva è stato visto ridere: "Mi mancano le critiche abituali della Bellanova e della Bonetti, la loro voce in Cdm", avrebbe detto. Forse una sorta di messaggio, questo, mirato ad infondere tranquillità.

A Palazzo Madama i numeri sono in bilico, anche se voci più o meno affidabili spiegano che Conte non dovrebbe avere problemi a trovare i "costruttori". La paura del voto anticipato è forte nei diversi schieramenti. Lo stesso premier starebbe garantendo nelle conversazioni con gli aspiranti "responsabili", "visione, dignità e forza". Si guarda la gruppo misto, al centrodestra e anche ai dubbiosi di Italia viva.

Clemente Mastella nega di aver chiesto un ministero per la moglie Sandra Lonardo. Quest’ultima nei giorni scorsi ha reso pubblico il suo apprezzamento per Conte. Lorenzo Cesa, leader Udc, potrebbe offrire al premier il simbolo del partito come prima pietra del futuro progetto politico. Senza dimenticare che il partito centrista è componente del Ppe: un ulteriore elemento che fa gola al premier. Per Gaetano Quagliariello Conte ha margini ampi perché "non solo può promettere di conservare il seggio a chi ha paura di tornare a casa, ma può offrire anche la legislatura successiva".

Ma visto che le precauzioni non sono mai troppe il presidente del Consiglio si tiene aperte anche altre porte. Perché le sorprese possono essere dietro l’angolo. Il premier cerca a destra quanto a sinistra quelle forze nuove per rilanciare la legislatura. Discute di responsabilità nazionale con il forzista Renato Brunetta, cerca Gianni Letta e "corteggia" la centrista Paola Binetti con l'aiuto, dicono, di qualche pezzo grosso del Vaticano.

Senza dimenticare Riccardo Nencini, l'ex viceministro socialista che consentì a Renzi di fondare il gruppo al Senato grazie al simbolo del Psi. Nencini non ha sciolto la riserva ma le pressioni aumenteranno con l’avvicinarsi di martedì. Il socialista, tra l’altro, ha nel cassetto il simbolo della lista di ispirazione prodiana con cui nel 2017 si candidò col Pd. Il nome è «Insieme», che piacerebbe moltissimo al premier per il suo partito. Non si sa se sia vero che Conte abbia fatto una mossa dettata dalla disperazione del momento sentendo Alessandro Di Battista, un tempo nemico e ora "a disposizione, non per forza per fare il ministro".

In aula Conte esporrà il profilo di una "coalizione per lo sviluppo sostenibile", un nuovo contenitore che offra una casa quasi a tutti: dai moderati ai liberal-democratici, passando per cattolici,

socialisti ed ambientalisti. "Siamo a 161", esultano nella cerchia di Conte. Numeri d confermare. Se anche così fosse sarebbe una nuova maggioranza risicata che non garantirebbe un sereno futuro al premier e ai "responsabili".

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