Dalle bollette alla manovra quanti problemi in agenda

Al lavoro sui dossier giustizia, Pnrr e immigrazione. E Standard and Poor's conferma il rating dell'Italia

Dalle bollette alla manovra quanti problemi in agenda

Non ci sarà tempo per annoiarsi. Un'iperbole ma fino a un certo punto. Il governo Meloni, nato dopo consultazioni-lampo, sarà caratterizzato - almeno nella sua prima fase di vita - da scadenze ravvicinate che imporranno la ricerca della massima coesione e celerità nelle decisioni.

Si può ben dire che il domani sia già oggi. Infatti stamattina alle 10.30 l'esecutivo presterà giuramento al Quirinale e domenica a mezzogiorno la cerimonia del passaggio della campanella tra il premier uscente Mario Draghi e la presidente di Fdi. Mentre l'Italia incassa la conferma del rating da parte dell'agenzia Standard and Poor's a BBB con outlook stabile, lunedì potrebbe essere la volta del primo appuntamento istituzionale: il presidente francese Emmanuel Macron sarà in visita a Roma (domani a Sant'Egidio e il giorno dopo dal Papa). Le diplomazie sono al lavoro per favorire l'incontro con la nuova presidente del Consiglio visto che i rapporti dell'Eliseo con Berlino si sono sfilacciati dopo la manovra tedesca da 200 miliardi contro il caro-bollette che ha lasciato il resto dell'Europa in braghe di tela.

Martedì e mercoledì i voti di fiducia dei due rami del Parlamento: si inizierà a Montecitorio che è la camera di elezione di Meloni. La navigazione inizierà a novembre in quanto tra questa settimana e l'inizio del mese prossimo Camera e Senato saranno impegnati nella conversione decreto Aiuti-ter e nell'elezione dei presidenti delle commissioni. Ci saranno, quindi, due settimane di tempo per definire gli obiettivi da raggiungere entro la fine dell'anno. Poiché la lotta al caro-energia e la stesura della legge di Bilancio sono le due emergenze del prossimo governo e meritano un ulteriore approfondimento, vediamo prima cosa potrebbe fare il nuovo governo in ambito extra-economico. Dunque, sono tre le questioni extra-economiche che l'esecutivo dovrà affrontare e in gran parte connesse al Pnrr e ai 55 traguardi da raggiungere entro fine anno per ottenere ulteriori 19 miliardi da Bruxelles. Il primo è la riforma della giustizia. Il guardasigilli Cartabia ha modificato processo penale e il civile ma, anche se il centrodestra non ha gradito del tutto la riformulazione, l'unico punto su cui deve intervenire è la riforma dell'elezione del Csm. Altro punto è il decreto delegato per la riforma delle concessioni demaniali per i balneari nonché la revisione delle licenze per i taxi. Ultimo ma non meno importante è il dossier immigrazione: il centrodestra ha promesso maggiori controlli sugli arrivi negoziando con i Paesi di provenienza dei migranti economici.

La materia economica, come detto, è quella più stringente. In primo luogo, l'emergenza contro il caro-bollette richiederà un decreto Aiuti-quater per il primo trimestre 2023 quando i prezzi alle stelle si tradurranno in aumenti monstre. Ma questo dovrà camminare più o meno in parallelo con la manovra finanziaria. Quindi, uno dei primi passi sarà varare una Nota di variazione del bilancio per scrivere i provvedimenti, magari ritoccando lievemente i livelli programmatici di deficit/Pil rispetto ai tendenziali ed evitare scostamenti. In cassa ci sono 10 miliardi di minor disavanzo lasciati dal governo Draghi, oltre 4 miliardi di fondi di coesione da utilizzare contro il caro-energia e poi tutto il resto si giocherà anche sul gettito Iva e sulla tassazione degli extraprofitti. Ieri il Bollettino economico di Bankitalia ha confermato un +3,3% di Pil quest'anno ma ha tagliato le stime sul prossimo a +0,3% con forti rischi di recessione. L'inflazione dovrebbe infatti attestarsi all'8,5% nel 2022 e al 6,5% il prossimo. Non sono variabili facili da gestire, soprattutto perché tra rivalutazione delle pensioni e taglio del cuneo già previsto sono impegnati 14 miliardi. Spinoso anche il nodo della riforma pensioni. Senza interventi dal primo gennaio tornerà la Fornero.

Probabile che si opti per soluzioni come «Opzione Tutti» o per «Quota 41» con una soglia minima d'età per l'accesso.

Ecco perché Meloni e il ministro Giorgetti dovranno lavorare di fino. Anche ricorrendo ai proventi una tantum della rottamazione delle cartelle con forfait del 5% sugli atti emessi fino al 30 giugno scorso.

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