Il prossimo 12 gennaio potrebbe essere una data decisiva per l'esecutivo giallorosso. Quel giorno, infatti, sarà più chiaro il futuro dell'attuale governo. Il 12 gennaio 2020 scade infatti il tempo utile per raccogliere le firme necessarie per proporre il referendum sul taglio dei parlamentari.
La riforma, approvata lo scorso ottobre alla Camera, è stata da subito oggetto di discussione nell'esecutivo giallorosso e i senatori stanno raccogliendo le firme necessarie per indire un referendum sulla riforma. Al momento, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, i senatori fimatari sarebbero 50, ma ne servono almeno 65.
In caso la raccolta firme per il referendum avesse successo, il governo potrebbe non reggere e si potrebbe andare alle urne per le politiche. Ma non tutti la pensano così. Secondo il senatore Andrea Cangini, infatti, non ci sarebbe "un collegamento tra il referendum ed eventuali elezioni anticipate". Chiedere ai cittadini in merito al taglio dei parlamentari sarebbe semplicemente un modo "per far svolgere nel Paese quel dibattito che non si è svolto per ignavia e per opportunismo".
Opinione diversa quella dei leghisti, che sperano nelle elezioni anticipate e vedono la raccolta firme come "un sistema per andare al voto nel giorno del mai". La Lega ha anche lanciato un altro referendum, per trasformare la legge elettorale in un maggioritario puro, che ha ottenuto il via libera della Cassazione.
Se nei prossimi mesi entrambi i referendum andranno in porto, "sarebbe come l'arrivo di quelle comete che passano ogni decine e centinaia di anni". E per Giancarlo Giorgetti, quella sarebbe "magari l'occasione perché l’Italia dia quel colpo di reni che ormai è indispensabile".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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