Definì "assassini" i pm di Mani Pulite: adesso Sgarbi dovrà risarcirli

Il critico d'arte dovrà risarcire tutti i pm del pool Mani pulite per alcune dichiarazioni rilasciate nel 1994. La Cassazione: "Gravemente offensivo"

Definì "assassini" i pm di Mani Pulite: adesso Sgarbi dovrà risarcirli

Vittorio Sgarbi dovrà risarcire Piercamillo Davigo, Gherardo Colombo e Francesco Greco, ex pm del pool Mani pulite. Nel mirino della Cassazione sono finite alcune dichiarazioni, pubblicate su alcuni quotidiani nel luglio 1994, ritenute "gravemente offensive" nei confronti dei tre magistrati. La terza sezione civile della Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato da Sgarbi contro la sentenza con cui la Corte d’appello di Milano, nel 2011, lo aveva appunto condannato a risarcire i tre magistrati.

Al centro del processo, le dichiarazioni con cui Sgarbi, all’epoca dei fatti deputato, aveva affermato che Davigo, Colombo e Greco, erano "assassini" che "avevano fatto morire delle persone", che dovevano essere "processati e condannati" e che costituivano "una associazione a delinquere con libertà di uccidere". La Suprema Corte, con una sentenza depositata oggi, ha ribadito che "il diritto di critica è limitato dal rispetto della dignità altrui, e la dignità altrui è violata quando la critica trascende il limite della continenza verbale".

Nel caso in esame, osservano i giudici di piazza Cavour, Sgarbi definì i tre magistrati "assassini" e "associazione a delinquere". "Neanche la più benevola concezione del limite della continenza verbale - si legge nella sentenza - potrebbe mai giungere ad ammettere che tali espressioni non violino quel limite".

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