Un fondo sovrano destinato alla tutela delle aziende strategiche del «made in Italy». È questa la principale novità, per altro anticipata dal premier Meloni e dal ministro delle Imprese Adolfo Urso, del ddl Made in Italy che il governo si appresta a varare. La bozza del provvedimento non specifica ancora lo stanziamento ma, secondo alcune indiscrezioni, la dotazione iniziale dovrebbe essere di 500 milioni di euro. L'obiettivo, tuttavia, è raccogliere almeno un miliardo coinvolgendo anche Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia e altri soggetti privati, a partire dalle assicurazioni e dalle casse previdenziali dei professionisti.
In particolare, il fondo sovrano dovrà «supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche con riferimento alla fase dell'approvvigionamento di materie prime ed energia». Il ministero dell'Economia investirà, a condizioni di mercato, «nel capitale di imprese nazionali ad alto potenziale o di imprese nazionali che, in ragione della rilevanza sistemica già raggiunta, possano generare importanti esternalità positive per il Paese». L'ingresso nel capitale potrà avvenire sia direttamente comprando o sottoscrivendo le azioni dell'impresa-target che attraverso veicoli societari o fondi di investimento. L'importo massimo autorizzabile per ogni singola operazione non è definito nella bozza.
Il decreto prevede, inoltre, misure di incentivazione del design come «primario fattore di innovazione e crescita economica nazionale» per un valore di 202 milioni. In più per «assicurare continuità alle misure di sostegno agli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese» viene rifinanziata la Nuova Sabatini con 274 milioni di euro per il 2023. Viene previsto anche il sostegno all'imprenditorialità femminile, al fine di rafforzare il sostegno allo sviluppo di nuove imprese femminili su tutto il territorio nazionale. Altri 50 milioni andranno al settore fieristico nazionale. La comunicazione di tutte queste iniziative sarà finanziata attraverso un apposito fondo che avrà una disponibilità di 2 milioni per il 2023 e di 10 milioni per il 2024 destinati alla comunicazione delle varie attività. Altri 60 milioni andranno alla filiera del legno arredo.
Nel capitolo istruzione spicca l'istituzione del liceo del Made in Italy, che partirà con l'anno scolastico 2024-25 e in cui confluirà l'opzione economico-sociale del liceo delle scienze umane. Un nuova Fondazione, poi, farà da raccordo tra questi nuovi licei e le imprese. Per i giovani arrivano anche conti dedicati a condizioni agevolate per sostenere le spese scolastiche. E per accompagnarli nella fase di ingresso nel mondo del lavoro ci saranno i pensionati tutor, ovvero lavoratori andati in pensione da meno di due anni che potranno essere assunti (in modo incentivato) per un massimo di 24 mesi per attività di tutoraggio. Molti anche gli interventi per promuovere e tutelare il made in Italy: si va dal contrassegno ufficiale per il made in Italy per certificare l'italianità dei prodotti, alla certificazione distintiva di «ristorante italiano nel mondo». Si interviene anche sul fronte sanzionatorio, con multe più salate (sale da 100 a 300 euro la sanzione minima) per chi acquista merci contraffatte e per chi le vende reclusione fino a 2 anni e multa fino a 20mila euro. Il 15 aprile, infine, sarà la giornata nazionale del «Made in Italy».
E non poteva esserci giornata migliore per segnare un nuovo record delle esportazioni.
A marzo la bilancia commerciale ha registrato un avanzo di 7,5 miliardi che rappresenta il miglior risultato 20 mesi. Il calo delle bollette energetiche ha fatto volare il surplus. L'export è aumentato del 4,7% in valore su base annua ed è cresciuto di più sui mercati extra Ue (+6,8%) rispetto all'area Ue (+3%).
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