«La libertà ha un costo», è la lezione che arriva dalla guerra in Ucraina. Ed Emmanuel Macron non esita a ricordarlo con una constatazione amara che suona come un monito non solo alla Francia, ma all'Europa e al mondo intero, travolti dalle conseguenze del conflitto: «L'era dell'abbondanza è finita». Il presidente francese apre il Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva chiedendo unità al suo governo, di fronte alle sfide che lo attendono. E le sue parole sono il simbolo di una nuova stagione, complessa e insidiosa, che si annuncia anche per l'Unione europea. Rinunce e restrizioni sono quelle a cui il presidente prepara la Francia e che attendono inevitabilmente anche il vecchio continente, in vista di un autunno e un inverno già segnati dall'impennata del prezzo del gas (ieri il nuovo record, superata quota 300 euro per megawatt/ora) e da un'inflazione galoppante che ne è la naturale conseguenza. Tutto ciò mentre l'invasione russa rimescola le pedine del risiko internazionale, alimenta l'instabilità politica e il rischio di un disastro nucleare, i territori sono minacciati dal cambiamento climatico, ed è finita anche - lo ricorda il capo dell'Eliseo - «l'abbondanza di terra e di materiali, ma pure dell'acqua».
«Credo che stiamo vivendo un punto di svolta o un grande sconvolgimento», ha detto Macron alla sua squadra nel discorso trasmesso in tv. Quanto al conflitto che da sei mesi non dà respiro all'Ucraina e toglie il fiato agli attori coinvolti: «Difendere il nostro sistema, basato sulla libertà in cui siamo abituati a vivere, a volte può comportare dei sacrifici».
Il leader francese parla alla nazione ma la sua analisi riguarda anche gli alleati internazionali e soprattutto europei. A sei mesi dall'invasione russa «l'Europa si avvicina alla recessione» titolava ieri lo spagnolo El Paìs. A causa dell'aumento del costo dell'energia, l'euro è sceso sotto la parità con il dollaro ed è ai suoi minimi da vent'anni. E mentre l'Italia perde Mario Draghi, bussola e colonna per il vecchio continente, la Germania viaggia verso un'inflazione a due cifre e registra un rallentamento della produzione, minacciata dal rischio che Mosca blocchi le forniture di gas da cui ancora dipende. Berlino è ormai «l'anello debole della catena europea» anche per il quotidiano francese Le Figaro, secondo cui «il colosso economico d'Europa si trova in balia dell'autocrate del Cremlino, che gioca con il rubinetto del gas come un gatto con un gomitolo di lana». Tanto che il quotidiano invita la Germania a una «rivoluzione», per «correggere le sue debolezze strutturali: dipendenza commerciale dalla Cina, ritardo nella digitalizzazione dell'economia, declino demografico», e la esorta «a dotarsi di un esercito all'altezza delle sfide attuali».
Macron, dal canto suo, spiega al team di governo che di fronte «all'ascesa dei regimi illiberali» e al «rafforzamento dei regimi autoritari», serve essere «seri», «credibili» e non cedere alla tentazione della «demagogia», che «fiorisce oggi in tutte le democrazie, in un mondo complesso e che fa paura». «È facile promettere qualsiasi cosa, a volte dire qualsiasi cosa - insiste il presidente - (...) Ma prima si deve ragionare e ci si deve chiedere se è efficace e utile». Parole che sembrano preparare il terreno a una misura sgradita, annunciata dal portavoce del governo Olivier Véran proprio ieri e che toglierà respiro ai francesi: il governo di Parigi si appresta a mettere fine al tetto ai prezzi dell'energia, che fin qui ha aiutato le famiglie a far fronte all'inflazione. La sinistra attacca il presidente: «Quest'abbondanza di cui parla Macron, i precari e i francesi non l'hanno mai conosciuta in questi ultimi mesi».
Ma le cancellerie europee sanno bene che il discorso del capo dello Stato francese ha un suo fondamento. L'Ue ha già preparato il piano austerity per l'inverno. Potrebbe non bastare. E alimentare un grave malcontento popolare, la speranza di Vladimir Putin.
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