"Dobbiamo contare", "L'arroganza...". M5S e Pd litigano ancora

Scontro sul relatore della manovra. Linea dura dei grillini (che non escludono lo strappo): "Dobbiamo avere voce in capitolo". Ma i dem non ci stanno e avvertono Conte: "Non è un buon viatico per il futuro"

"Dobbiamo contare", "L'arroganza...". M5S e Pd litigano ancora

Il fronte giallorosso rischia nuovamente di sgretolarsi e di mettere a repentaglio la nascita di un campo progressista allargato in vista delle prossime elezioni nazionali. A creare malumori tra M5S e Pd è l'indicazione del relatore della manovra, tema su cui sono emerse profonde divergenze che hanno alimentato forti tensioni al Senato. La questione è delicata perché, tra le altre cose, è in gioco il futuro dell'alleanza. Da una parte Partito democratico e Liberi e uguali vogliono puntare su Vasco Errani come relatore della manovra da affiancare a un senatore indicato dalla parte di centrodestra della maggioranza; dall'altra il Movimento 5 Stelle dice "no" e minaccia di adottare la linea dura.

La minaccia del M5S

Il nodo verrà sciolto mercoledì alle ore 9.30 in ufficio di presidenza della commissione Bilancio di Palazzo Madama. I grillini promettono di tenere il punto e di non cambiare la loro posizione: tre relatori di cui uno al centrodestra, uno al centrosinistra e l'altro al M5S. E, al costo di ricorrere allo strappo, giurano che non intenderanno fare un passo indietro. Ma le altre forze parlamentari fanno notare che i 5 Stelle sono già abbondantemente rappresentati da Federico D'Incà (ministro per i Rapporti con il Parlamento) e Laura Castelli (viceministro all'Economia).

La manovra di quest'anno è indubbiamente vasta e contiene una serie di riforme cruciali tra cui il reddito di cittadinanza e il superbonus. Due bandiere chiave per il Movimento. Che, probabilmente proprio per questa ragione, punta a tenere sott'occhio tutte le mosse parlamentari. Mariolina Castellone, capogruppo al Senato dei pentastellati, ha riferito all'Adnkronos che "certamente la forza politica di maggioranza relativa non può non avere voce in capitolo in questo momento storico così delicato per il Paese". E se non si riuscirà a trovare una sintesi sul relatore? Il M5S è deciso a tenere la barra dritta e a non fare sconti, neanche agli alleati.

L'avvertimento del Pd

Un'altra alternativa è che il presidente della commissione Bilancio, il grillino Daniele Pesco, assuma direttamente l'incarico di fare il relatore in assenza di una soluzione condivisa. Ma la linea oltranzista dei 5 Stelle non piace ad Andrea Marcucci, che pone il suo sguardo (preoccupato) alle prossime elezioni politiche. Il senatore dem sul suo profilo Twitter ha lanciato un avvertimento chiarissimo a Giuseppe Conte: "La linea dura del M5S sul relatore della legge di bilancio non è un buon viatico per il futuro. Sappia Conte che l'arroganza parlamentare non è un cemento usato per tenere in piedi le alleanze. Al mio partito ripeto, occhio prima di firmare intese elettorali".

Dal Partito democratico tengono a rimarcare con forza l'importanza di tenere fede alla rotazione degli incarichi parlamentari in una coalizione. Anche perché nell'ultimo provvedimento economico i dem hanno avuto uno dei loro come relatore, mentre in quello precedente il relatore era stato dei pentastellati.

Per Luigi Zanda del Pd la linea grillina rappresenta "un grave errore politico", soprattutto se si considera che hanno già una posizione prestigiosa per seguire la legge di bilancio (la presidenza della commissione con Daniele Pesco).

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