E sulle tv russe va in onda il caos: la prima vittoria ucraina è psicologica

I propagandisti invitano alla calma ma appaiono in difficoltà. Gli uomini del partito di Putin costretti ad ammettere lo stallo

E sulle tv russe va in onda il caos: la prima vittoria ucraina è psicologica
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Un paio di giorni fa in uno dei più popolari talk-show della tv di Stato è intervenuta Margarita Symonian, propagandista numero uno del Cremlino: i raid dei nostri avversari sul suolo russo «hanno l'obiettivo di spaventarci, di mettere in dubbio l'appoggio del popolo all'operazione speciale in Ucraina, sono info-attacchi di fronte a cui non dobbiamo avere paura». Poi, per il resto della trasmissione, lei e gli altri esperti in studio hanno dimostrato se non timore, almeno preoccupazione, senza riuscire a indicare possibili soluzioni al vicolo cieco strategico in cui Mosca si è cacciata. Quando il conduttore le ha chiesto che cosa proponeva di fare lei si è scansata un po' goffamente: «Non lo so, non sono l'esercito russo».

Sul terreno la controffensiva ucraina non è ancora iniziata. Ma sul piano psicologico sembra già in corso. Gli attacchi nella regione di Belgorod, pur poco rilevanti sul piano pratico, hanno messo in luce le tradizionali inefficienze dell'amministrazione di Mosca: assenza di postazioni difensive, improvvisazione e confusione nello sfollamento degli abitanti. Qualche canale Telegram ha mostrato negozi della zona con i vetri rotti e gli scaffali vuoti, segni inconfondibili di saccheggi che non si è stati in grado di evitare.

Il sito russo Meduza (di solito attendibile, la redazione si è rifugiata in Lettonia) ha scritto di un gruppo di hacker che ha interrotto le trasmissioni radio nelle regioni di Rostov e Voronezh per trasmettere un funto discorso di Putin in cui annunciava l'attacco in grande stile dell'Ucraina e la mobilitazione generale di tutti gli uomini in grado di imbracciare un fucile, evento che è il vero incubo di tutti i russi. La Cnn, subito seguita dai siti russi pubblicati all'estero (ma visibili facilmente dal Paese) ha reso noto invece che Kiev ha distribuito sul territorio nemico una rete di uomini in grado di realizzare attacchi con i droni, come quelli visti nelle settimane scorse.

Dalle parti di Mosca i toni e i temi del discorso pubblico interno sembrano ormai improntati alla confusione e all'attesa di una svolta. Anche i falchi arrivano a pronunciare affermazioni che appaiono sorprendenti. In un dibattito pubblico organizzato da Rossia Sivodnia (organo propagandistico del Cremlino) sul tema «Che Ucraina ci serve», Kostantin Zatulin, vice-presidente della Commissione della Duma per la comunità dei Paesi ex sovietici, non ha misurato le parole: «Non abbiamo ottenuto nessuno degli obiettivi che ci eravamo proposti con l'operazione speciale». Peggio ancora: dopo quello che è successo, ha proseguito Zatulin, l'Ucraina non sarà più neutrale. E continuerà ad esistere grazie agli aiuti occidentali.

Anche la frasi dell'esponente di Russia Unita, il partito di Putin, sono un piccolo tassello che può contribuire a dare la misura degli umori dell'élite e dell'opinione pubblica. E a loro volta questi si riflettono su quelli di chi combatte al fronte. Morale e spirito combattivo non sono certo stati fin qui un punto di forza della Russia e delle sue truppe.

Il tentativo di Putin, fin qui riuscito, è stato quello di mobilitare i grandi miti patriottici a sostegno dell'invasione. Bisognerà vedere se la mossa reggerà alla controffensiva ucraina e a un'eventuale situazione di instabilità.

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