Tra elenchi di riserva e troppe prenotazioni. Inutile arrivare all'ultimo per saltare la fila

Dopo l'ordinanza di Figliuolo ogni Regione ha adottato regole proprie

Tra elenchi di riserva e troppe prenotazioni. Inutile arrivare all'ultimo per saltare la fila

Il caso AstraZeneca ha accentuato il problema delle dosi che avanzano a fine giornata e della necessità di non sprecare nemmeno una fiala. Qualche rinuncia last minute c'è sempre stata, ma ora dopo il blocco temporaneo del farmaco di Oxford sono aumentate le persone prenotate per la somministrazione che non si presentano all'appuntamento, spesso senza neanche disdire. Molti preferiscono aspettare, pur sapendo che così rischiano di finire in coda, con la speranza però di essere poi presi in considerazione per gli altri vaccini disponibili.

Cosa fare dei vaccini avanzati che, una volta aperti si conservano solo qualche ora? Il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo è stato chiaro: «Se serve, vaccinare chiunque passi». La raccomandazione si è tradotta in un'ordinanza che dispone, per ottimizzare l'impiego delle dosi, la somministrazione di quelle eventualmente rimaste a fine giornata «in favore di soggetti comunque disponibili al momento, secondo l'ordine di priorità individuato dal piano vaccini». Le Regioni hanno subito preso in carico l'ordinanza e si sono organizzate in autonomia, chi giocando d'anticipo con l'overbooking, cioè prendendo ogni giorno un 10-15 per cento di appuntamenti in più di quelli previsti in modo da poter sostituire al volo le persone che non si presentano, chi predisponendo delle liste di riserva, da cui attingere per chiamare i sostituti. Allo stesso tempo si è scatenata una sorta di corsa ad accaparrarsi le fiale avanzate. Ma ogni territorio ha le sue regole, ogni centro vaccinale le sue procedure. Una giungla dove è difficile orientarsi. In Toscana, per esempio, sarà presto disponibile un form sul portale della Regione dove fornire la propria disponibilità alla vaccinazione in caso di dosi avanzate. Non vale per tutti, ma solo per chi appartiene a determinate categorie ed è in grado di presentarsi presso il centro vaccinale entro 20 minuti dalla chiamata. Il Lazio, invece, è stata tra le prime Regioni ad adottare delle liste di riserva. A scoraggiare chi volesse tentare la sorte passando davanti ad un centro vaccinale con la speranza di accaparrarsi una dose, è intervenuto l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, spiegando che il cosiddetto metodo della panchina consiste in una sorta di check ad un determinato orario per verificare le disdette di quel giorno. Inutile presentarsi. I vaccini rimasti sono destinati alle somministrazioni domiciliari o comunque i soggetti destinatari delle fiale in eccesso vengono convocati con un sms ed individuati tra chi si è prenotato nei giorni successivi. Anche in Emilia-Romagna si procede con liste d'attesa parallele di persone già aventi diritto all'iniezione, ma più avanti nel tempo, da avvisare tempestivamente nel caso di rinunce. Stesso metodo della Lombardia, dove per non sprecare nemmeno una goccia di siero si chiamano immediatamente i prenotati del giorno successivo. Idem in Piemonte, dove i riservisti vengono chiamati rigorosamente tra le persone della stessa categoria di priorità.

Liste di riserva con i nomi di cittadini pre-allertati e registrati secondo i criteri di appartenenza a fasce o categorie già indicate nel piano vaccinale anche in Campania, dove dopo l'intervento del commissario Figliuolo sul vaccinare «chiunque passi» è stato necessario avvertire che è inutile stazionare davanti ai centri vaccinali. Le altre Regioni annunceranno presto i loro piani, ma la strategia delle liste di riserva sembra la più gettonata.

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