Sarà la giustizia a dirci chi ha personali responsabilità, per l'ultimo disastro ferroviario. Occupiamoci di quelle collettive, discendenti dalla sciagurata riforma costituzionale del 2001. Non sembri assurdo scriverlo in questo momento, ma viaggiare sui treni è uno dei sistemi più sicuri per spostarsi e le ferrovie italiane sono fra le più sicure del mondo civilizzato. Ci sono altre cose, però, che sono sicure. E inaccettabili.
1Fu la sinistra, per far concorrenza alla Lega, a modificare il titolo quinto della Costituzione, nel 2001, inserendo materie incredibili, fra le quali i trasporti e l'energia, nelle competenze regionali (ora vuole che gli italiani approvino una riforma costituzionale che da una parte pone rimedio al guasto che fece, dall'altra istituisce il Senato regionalizzato, cui far votare il bilancio dello Stato, a dimostrazione che c'è chi sbaglia e non impara). Con un decreto legge, denominato «Sblocca Italia», si provò a riavviare cantieri fermi ricentralizzando alcune competenze. Diverse regioni, fra cui la Puglia fecero ricorso alla Corte costituzionale, che nel gennaio scorso diede loro ragione. Vendola fece il ricorso ed Emiliano se ne sentì orgoglioso.
2Per ammodernare quella tratta pugliese l'Unione europea ha stanziato 180 milioni. Anche per evitare che la sicurezza sia affidata alle telefonate. Era un programma iniziato nel 2007 e concluso nel 2013. Siamo nel 2016 e quei soldi largamente giacciono. Di che essere orgogliosi.
3Quei soldi erano legati agli investimenti previsti per la creazione dello spazio ferroviario europeo unico (direttiva 2012/34/Ue). Ma i nostri campioni non vogliono vedersi sottrarre le competenze. I retori della sovranità non mollano l'osso. Il prossimo che ha da ridire sui «burocrati di Bruxelles» abbia la buona creanza di aggiungere qualche parole sugli irresponsabili autoctoni. Mi dispiace solo che per quegli inadempimenti l'Italia non abbia subito sanzioni. Avrebbero provocato le solite parole a vanvera dei sovranisti, ma avremmo dei morti in meno da ricordare. Quelli che ce l'hanno sempre con i vincoli europei riflettano sui guasti dei governanti svincolati.
4Le nostre linee ad alta velocità funzionano bene e sono un prodotto di alta qualità. I binari unici restano il 60% della rete ferroviaria. Il problema, però, non sono i binari, ma quel che ci viaggia sopra: da nord a sud, da est a ovest (lo dico da assiduo utilizzatore), molti vagoni sono carrozze merci con i sedili. Assediati da gente che non paga il biglietto e tratta con arroganza il controllore. Molti di questi sono immigrati irregolari, che svolgono lavori irregolari, ma quel che fa schiumare di rabbia non è solo questo, quanto l'umiliazione che comporta per gli immigrati regolari, che pagano il biglietto e rispettano la legge. Mi è capitato di assistere a scene invereconde avendo di fronte una madre di colore, con la sua bambina. Noi tutti subivamo una violenza, ma per quella donna era doppia.
5Quei treni, di competenza regionale, si suppone trasportino i pendolari. Ovviamente hanno diritto al servizio, migliore. Ma quelle linee dovrebbero essere i capillari del turismo, il modo in cui questa grande industria può arricchirsi d'infinite mete e irrorare la provincia, senza sbarcare tutta in pochi posti.
Invece sono avventure nel sottosviluppo, nella lentezza, nel caldo o nel freddo, senza servizi all'arrivo. Ricchezza sprecata. Posto che anche il turismo lo vollero di competenza regionale. Saranno celebrati i funerali. Ma quel regionalismo irragionevole e sprecone è il funerale del buon senso.
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