Esulta per l'agente ucciso: in carcere

Poussier, candidato di sinistra, condannato a un anno di reclusione

Esulta per l'agente ucciso: in carcere

Condannato a un anno di prigione con la condizionale per «apologia di terrorismo» dopo aver esultato per la morte del gendarme francese che si è offerto in cambio di un ostaggio durante l'attentato terroristico di Trèbes, in Francia. È successo a Stéphane Poussier, il candidato di estrema sinistra della France Insoumise (Lfi) alle legislative del 2017, che con tre tweet si era rallegrato dell'uccisione di Arnaud Beltrame ed è stato condannato dal tribunale di Lisieux (Calvados) dopo essere stato escluso sabato dal partito guidato da Jean-Luc Mélenchon.

Intanto emergono nuovi dettagli sullo stragista di Trèbes. Gli agenti dei servizi francesi che seguivano da mesi con discrezione Radouane Ladkim, il jihadista responsabile degli attacchi di Carcassonne e Trèbes, avevano deciso di incontrarlo per la prima volta. Volevano valutarlo di persona e decidere se fosse motivata una sorveglianza da vicino del sospetto. A Lakdim era stata inviata una lettera di convocazione della Dgsi, Direction générale de la sécurité intérieure, ma il terrorista è entrato in azione prima della data prevista per l'appuntamento. Lo scrive Rtl, spiegando che la convocazione era una procedura relativamente «classica» perché Ladkim era sorvegliato da vicino, un tipo di sorveglianza che era stata riattivata nel settembre 2017, dopo che il giovane aveva consultato siti jihadisti. Quindi gli agenti avevano fatto ripartire la sorveglianza fisica e il controllo dei contatti che aveva via telefono. Ma anche questa volta, come già prima, nel 2014, nel 2015, nel 2016, quando era stato seguito, non era emerso nulla, nessun segnale della volontà di entrare in azione. Per questo era stato deciso di incontrarlo e valutare di persona.

E non è solamente Lakdim a essere finito nel mirino. Anche la sua compagna, francese convertita all'islam e in stato di fermo per «cospirazione criminale in relazione a un'organizzazione terroristica criminale», anche lei ha inneggiato ad Allah al momento del fermo. Lo ha riferito il procuratore di Parigi, François Molins. Come il fidanzato, anche la giovane era schedata con la lettera «S» degli individui radicalizzati a rischio.

In conferenza stampa Molins ha anche riferito che il franco-marocchino di 25 anni «era schedato S dal 2014» ed era ancora sotto controllo ma nessuno si è accorto che stava per passare all'azione il che suscita pesanti interrogativi su un flop dei servizi francesi.

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