F35, scoppia il caso nel governo. M5S contro Conte: "Rinegoziare"

Il premier assicura a Pompeo il rispetto dell'impegno sugli F35. I 5 Stelle sul piede di guerra: "Piano di spesa insostenibile, bisogna rinegoziare"

F35, scoppia il caso nel governo. M5S contro Conte: "Rinegoziare"

Il piano di Giuseppe Conte che ha assicurato a Mike Pompeo il rispetto degli impegni dell'Italia sugli F35 rischia di spaccare il governo. A insorgere sono i 5 Stelle e in particolare il capogruppo grillino nella commissione Esteri di Palazzo Madama.

La questione F35, che era rimasta sottotraccia nelle ultime settimane, crea quindi maretta nella maggioranza. In particolare, secondo quanto apprende l'Adnkronos, in ambienti parlamentari M5S ha destato stupore e un certo malessere il retroscena pubblicato oggi dal Corriere della sera. Nell'articolo, relativo al contenuto dei colloqui tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Segretario di Stato Mike Pompeo nella recente visita a Roma, si riferisce della conferma che vi sarebbe stata da parte del premier nei confronti del capo della diplomazia Usa circa l'intenzione dell'esecutivo di rispettare gli impegni assunti sull'acquisto dei jet militari.

"Leggiamo con stupore le ricostruzioni giornalistiche riguardanti la presunta conferma del programma F-35 che il presidente Conte avrebbe dato a segretario di Stato Usa Pompeo", dice oggi il senatore Gianluca Ferrara, "Il Movimento 5 Stelle ha sempre criticato questo programma militare che, così com'è, ci indebiterebbe per almeno 50 miliardi di euro nei prossimi quarant'anni. Un progetto insostenibile che molti Paesi, Stati Uniti compresi, hanno già tagliato. Una rinegoziazione è doverosa anche da parte dell'Italia. Un ridimensionamento del programma di acquisto consentirebbe di liberare miliardi di euro da investire in scuole, ospedali e trasporti pubblici. I cittadini ci chiedono questo, non bombardieri strategici con capacità nucleare.

Confidiamo nel fatto che il nostro presidente del Consiglio farà la scelta giusta".

Polemiche tali per cui alla fine anche Palazzo Chigi è costretto a specificare che Conte è favorevole a una rinegoziazione. Dalla presidenza del Consiglio, però, non emergono altri particolari.

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