I cattolici, uniti contro Renzi, scendono in campo per il No al referendum di ottobre sulle riforme istituzionali. Il comitato organizzatore del Family Day ha lanciato, infatti, oggi a Roma il "Comitato Famiglie per il No", assieme ad una mobilitazione nazionale delle famiglie cattoliche per bloccare una riforma che, secondo gli organizzatori della convention "va contro i corpi intermedi come la famiglia, distrugge la democrazia e accentra il potere nelle mani di un unico partito e di un'unica persona".
Attacca senza mezzi termini il premier, Massimo Gandolfini, portavoce del comitato organizzatore del Family Day. Lo definisce praticamente un autocrate a capo di un governo “poco democratico”, che non si è voluto confrontare con i cittadini su una legge, come quella sulle Unioni Civili, approvata ricorrendo per due volte al voto di fiducia, quando lo stesso premier aveva assicurato che non avrebbe fatto ricorso a questo strumento per leggi dal contenuto “eticamente sensibile”, come lo ha definito Gandolfini.
Le famiglie cattoliche si sentono offese dall’azione del governo, spiega ancora Gandolfini dal palco, e la campagna per il “no” non è una "vendetta contro Renzi per l’approvazione delle Unioni Civili". "Non ci muove un sentimento di vendetta, che non appartiene alla nostra cultura, ma se non siamo vendicativi non siamo nemmeno stupidi", ha aggiunto Gandolfini. Che definisce il referendum uno “strumento provvidenziale” per arginare la “deriva accentratrice” di questo governo che, dice dal palco, “con un’unica Camera, dipendente totalmente dal partito di maggioranza, farebbe approvare in un giorno la legge sull'eutanasia, sulle adozioni per i gay, sull’utero in affitto o sulla liberalizzazione delle droghe", e che “ha già il controllo di tutta l’informazione, dove ha pure cominciato ad operare le prime epurazioni”.
E proprio uno degli “epurati” sulla scia della campagna referendaria, l’ormai ex direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ha annunciato il proprio sostegno all’iniziativa dei “cattolici per il No”. Un “movimento politico con la ‘pi’ maiuscola”, secondo Gandolfini, perché ha offerto rappresentanza ad un segmento della società, tanto ampio, quanto ignorato, e un “comitato di popolo”, che fa appello all’unità di tutte le forze politiche per fermare le riforme, perché non basta il “partito del fare”, per Gandolfini, ma serve il “partito del fare bene”. Insomma, sì alla modifica della Costituzione ma non così, e soprattutto non a colpi di fiducia. Per ora l’appello all’unità del Family Day è stato accolto dal capogruppo della Lega Nord al Senato, Gian Marco Centinaio, presente all’iniziativa assieme ad altri esponenti politici come Maurizio Gasparri, di Forza Italia, la deputata di Idea, Eugenia Roccella, e Luca Volontè, e secondo i cattolici riuniti stamane a Roma, il “partito del no”, sarebbe già al 52% nei sondaggi.
“Il nostro è un chiaro antagonismo contro un governo che ha mostrato un’indole statalista, centralista e autoreferenziale e che ha ignorato il sentire di milioni di italiani che era stato rappresentato chiaramente nelle due piazze del Circo Massimo e di San Giovanni”, ha detto il portavoce del Family Day, Massimo Gandolfini a ilGiornale.it.
E sulle amministrative, infine, Gandolfini mette in guardia il popolo pro-family: “diffidate da quei candidati che non si sono espressi chiaramente sulla famiglia, contro il gender e la sessualizzazione precoce dei bambini”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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