Voce grossa, ma non tanto. Annunci roboanti, ma niente di che. Pugno duro, ma solo a parole. Nelle infinite lotte intestine del Movimento 5 Stelle trova spazio anche la questione legata alle espulsioni, vista dai grillini come un marchio di fabbrica attraverso cui liberarsi di esponenti che hanno la colpa di aver disatteso la linea ufficiale e di aver macchiato l'immagine del M5S. Una domanda però necessiterebbe di una risposta chiara: le ultime espulsioni sono state formali? A pesare sono le forti preoccupazioni per il ricorso presentato contro la votazione online sulla leadership di Giuseppe Conte.
La farsa sulle espulsioni
Sta continuando a far discutere il caso Vito Petrocelli, ex presidente della commissione Esteri del Senato: il senatore grillino è stato accusato di sposare delle posizioni filo-putiniane e per questo si è attirato le critiche del M5S, tanto da spingere Conte ad adottare la linea dura nei suoi confronti. La goccia che ha fatto traboccare vaso sono stati gli auguri di "buona festa della LiberaZione", con la "Z" ormai simbolo della guerra russa contro l'Ucraina.
"Vito Petrocelli è fuori dal Movimento 5 Stelle. Stiamo completando la procedura di espulsione", si era affrettato a scrivere in pompa magna Conte sui social. Tuttavia, a distanza di circa un mese, c'è un piccolo particolare che deve essere sfuggito all'ex presidente del Consiglio. A rivelarlo è stato lo stesso Petrocelli: "Non ho mai ricevuto nessuna notifica di espulsione, a tutti gli effetti faccio parte del M5S". L'uscita di Conte rischia dunque di trasformarsi in una farsa.
Il terrore del ricorso
Ha una certa rilevanza il ricorso di alcuni attivisti storici del meetup napoletano contro l'approvazione del nuovo Statuto del Movimento 5 Stelle e la nomina di Giuseppe Conte come presidente del M5S. Il 28 marzo l'ex premier era stato incoronato ancora una volta leader dei grillini: alla votazione online aveva partecipato circa il 45% degli aventi diritto, dando il via libera anche al Collegio dei probiviri formato da Danilo Toninelli, Fabiana Dadone e Barbara Floridia.
Ed è proprio questo il punto: come fatto notare da Il Tempo, si teme che il ricorso presentato possa essere accolto e che a quel punto venga messa in discussione la legittimità di Conte alla guida del Movimento. Il timore è che possano finire spogliati della loro carica, senza alcun titolo per pronunciare il provvedimento di espulsione. A quel punto, spiega sempre Il Tempo, Petrocelli potrebbe avere "tutto il diritto di rivalersi e chiedere un risarcimento danni per la reputazione macchiata".
La discussione
finale sul ricorso cautelare per la sospensione delle votazioni di marzo degli iscritti del Movimento 5 Stelle su Statuto e cariche avverrà il 7 giugno. Sulla prima delle due impugnazioni la decisione è prevista per ottobre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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